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Ambulanze in ritardo, poi la morte. Tre indagati a Palermo

PALERMO. Ci sono volute tre ore all’ambulanza per soccorrere Ercole Di Giandomenico, che il 24 gennaio 2013 – giorno del suo decesso – aveva bisogno di una Tac e poi altre due ore abbondanti per trasportarlo alla Chirurgia d’urgenza del Policlinico una volta scoperto che era necessario un intervento.

I ritardi delle ambulanze sono finiti in un’indagine della Procura avviata dopo il decesso del paziente. La prima inchiesta sui medici che lo curarono è stata archiviata, ma il pm Renza Cescon ha continuato a indagare sui tempi del soccorso. Adesso sono state chiuse le indagini a carico di tre persone che lavoravano per la Italy Emergenza cooperativa sociale, che nel 2012 vinse l’appalto per la gestione del trasporto con ambulanze al Policlinico.

Si tratta di quelli che all’epoca dei fatti erano: legale rappresentante della società, responsabile del servizio ambulanze e una centralinista.  Tutti sono indagati per omissione d’atti che dovevano essere compiuti senza ritardo, per ragioni di igiene e sanità.

Secondo le indagini, la Italy Emergenza doveva garantire la presenza minima di cinque ambulanze principali, cinque sostitutive e due pulmini, di cui uno sostitutivo. Quel giorno, di mattina, ci sarebbero state invece solo tre ambulanze e un pulmino. Era stata richiesta un’ambulanza per una tac urgente alle 8.59, ma il mezzo arrivò alle 12.15, poi – dopo l’esito degli esami - fu richiesto il trasporto alla Chirurgia d’urgenza  alle 14.30, fu disposto alle 16 ed effettivamente avvenuto solo alle 17.15.

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