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Gettò la figlia appena nata nel cassonetto: concessi i domiciliari

Il provvedimento è immediatamente esecutivo, quindi la donna lascerà il carcere.

PALERMO. Il tribunale del riesame di Palermo, presieduto da Mariaelena Gamberini, ha concesso gli arresti domiciliari a Valentina Pilato, la giovane madre che, a novembre del 2014, abbandonò la figlia, appena partorita, in in cassonetto, uccidendola. I giudici, accogliendo l'istanza del difensore, Enrico Tignini hanno imposto alla Pilato l'obbligo del braccialetto elettronico.

La donna è sotto processo davanti alla corte d'assise di Palermo per omicidio volontario. Il provvedimento è immediatamente esecutivo, quindi la donna lascerà il carcere.

Pilato venne arrestata, su ordine del gip, cinque mesi dopo il ritrovamento della figlia nel cassonetto. Le sue responsabilità nella morte della neonata vennero accertate subito dopo il delitto, ma soltanto successivamente la Procura ne chiese la custodia cautelare in carcere.

Per il gip la Pilato, che ha altri due figli minorenni, avrebbe potuto reiterare il reato, commesso, peraltro, con lucidità e determinazione. Secondo il magistrato avrebbe, infatti, posto in essere una serie di comportamenti finalizzati a sbarazzarsi della bambina: dall'alterazione del test di gravidanza - i familiari le avevano chiesto di farlo e lei ne aveva falsificato gli esiti facendolo risultare negativo -, all'occultamento della gravidanza stessa, taciuta, per mesi, ai genitori e al marito.

La Pilato, inoltre, avrebbe pianificato nei particolari le sue azioni, attendendo che i familiari dormissero per partorire, uscire di casa e lasciare la neonata tra i rifiuti, e facendo, inoltre, sparire tutte le tracce della nascita della piccola. Contro la decisione del gip - nel frattempo il tribunale dei minori aveva negato alla Pilato la possibilità di vedere gli altri due figli - ha fatto ricorso al tribunale del riesame l'avvocato Tignini. I giudici della Libertà, però, hanno confermato la custodia cautelare in carcere anche alla luce di una perizia che descriveva la donna come pericolosa.

La Cassazione, a cui il legale ha fatto ricorso, ha annullato il provvedimento rinviando il caso a un altro collegio del Riesame. Oggi la decisione dei domiciliari e la scarcerazione immediatamente esecutiva. La Pilato sconta i domiciliari a casa dei genitori. Nel frattempo la corte d'assise che la processa ha disposto una nuova perizia psichiatrica.

 

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