PALERMO. E’ maniacale l’attenzione degli uomini di Cosa nostra alle microspie e soprattutto alle telecamere piazzate dalle forze dell’ordine. Il continuo controllo delle auto e delle casa, ma anche delle strade grazie forse all’imbeccata di qualcuno – non meglio precisato – “della Forestale”, è uno degli elementi riscontrati dalla Procura che ha portato all’arresto di 62 persone di vari mandamenti di Palermo e provincia.
A fare monitorare la “situazione” era Mario Marchese, boss di Villagrazia. A lui si rapportano sia i presunti affiliati che i loro parenti, impegnati tutti nella ricerca di “quelle cose che mi hai detto tu di guardare”. A gennaio 2013 vengono notate quattro telecamere installate dalle forze di polizia.
“Me lo ha fatto vedere uno… della Forestale… - spiegano a Marchese - dice ora te la faccio vedere io una dove è montata”. Ma sull'episodio ci sono dei sospetti, tanto che il capomandamento chiede a un altro: “Ma dimmi una cosa dentro la Forestale ci sono ‘sbirri’ che salgono e scendono… dice… ‘sì zio Mariano…ce ne sono tanti’”.
A questo proposito, Marchese raccomandava cautela (“Stai attento… che ti fottono”) anche in considerazione dell’ampia durata delle indagini prima dell’esecuzione di provvedimenti restrittivi: “Non lo vedi che a volte ci stanno due anni tre anni a presso a presso a presso e poi…”.
Per gli incontri si doveva stare molto attenti. Le riunioni si sarebbero dovute svolgere in un luogo aperto (“Ci mettiamo là ...sotto ... un piede di albero...”), per breve tempo (“un quarto d’ora ... e poi ce ne andiamo”), con un sopralluogo preventivo e senza usare le auto (“Noi macchine non ce ne dobbiamo portare là”). Era attentissimo Marchese: “Di là ho evitato perché… in mezzo alla strada là… minchia... telecamere… camurrie… cose…”.
Le auto bisogna evitarle anche perché zeppe di microspie. La macchina di Marchese era costantemente controllata. “L’hanno riempita messo di nuovo… con le microspie … no ora se l’è fatta pulire di nuovo tutta…”, dice uno degli intercettati. Cimici erano state trovate pure nella sua abitazione: “L’altra volta gli hanno riempito la casa…”.
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