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Interventi estetici a carico del servizio sanitario, chiusa indagine su Tutino

Matteo Tutino, ex primario della Chirurgia Plastica di Villa Sofia

PALERMO. La Procura di Palermo ha chiuso l'indagine e si appresta a chiedere il rinvio a giudizio per Matteo Tutino, ex primario della Chirurgia Plastica dell'ospedale Villa Sofia di Palermo, finito ai domiciliari, a giugno, per truffa, falso, peculato e calunnia.

A dicembre il gip ne dispose la scarcerazione su richiesta degli stessi pm. Insieme al medico personale del governatore Rosario Crocetta, sono indagati l'ex commissario straordinario del nosocomio Giacomo Sampieri, la direttrice sanitaria Maria Concetta Martorana, il dirigente del dipartimento di Rianimazione Damiano Mazzarese, Mirta Baiamonte, genetista e responsabile della Banca dei tessuti, suo marito, l'ispettore della Digos Giuseppe Scaletta, l'infermiera Maria Rappa e Francesco Di Blasi.

Secondo i carabinieri del Nas, Tutino avrebbe eseguito nella struttura pubblica, spacciandoli per "funzionali" e quindi mettendoli a carico del Servizio sanitario Nazionale, interventi estetici. Oltre ai dati emersi dalle analisi documentali, contro il chirurgo ci sono anche le testimonianze di alcuni colleghi che, per essersi opposti alla sua gestione disinvolta del reparto, hanno subito vessazioni e denunce (poi archiviate). Due per tutti Francesco Mazzola e Dario Sajeva.

Tutino, proprio per gli esposti presentati nei loro confronti, risponde ora anche di calunnia. L'inchiesta, coordinata dal pm Luca Battinieri, oltre a mettere in luce i presunti lauti guadagni incassati da Tutino che, per ogni intervento eseguito indebitamente nella struttura pubblica avrebbe chiesto tra i 2000 e i 3500 euro, traccia un ritratto inquietante del protagonista della vicenda: un uomo, scrisse il gip che ne dispose l'arresto, in grado di piegare ai propri fini anche personaggi gerarchicamente a lui sovraordinati, come Martorana e Sampieri. Quest'ultimo, ad esempio, avrebbe impedito che avesse corso un procedimento disciplinare a carico del chirurgo, mentre la Martorana, in accordo con Tutino, avrebbe trasformato pretestuosamente in turno la reperibilità di Mazzola, la notte di Capodanno.

L'ex chirurgo plastico, inoltre, avrebbe mentito nella domanda per diventare primario, dichiarando di non avere precedenti penali. Nel suo casellario giudiziale c'era invece una sentenza di condanna definitiva per omicidio colposo. Nell'indagine, ormai chiusa, sono finiti anche gli accertamenti sulla cosiddetta "banca dei tessuti" a Villa Sofia.

Secondo gli inquirenti, Tutino, avrebbe scelto l'Ivf mediterranean centre come partner per l'istituzione della banca dei tessuti nonostante fosse necessaria una gara pubblica. Nell'inchiesta, infine, è coinvolta anche una paziente di Tutino che con le sue dichiarazioni avrebbe cercato di coprire il medico: è indagata per favoreggiamento.

Nella misura cautelare il gip parlò di "valutazione decisamente negativa della personalità dell'indagato" che ha mostrato una "spiccatissima capacità di delinquere", ha "ripetutamente violato i propri doveri danneggiando il servizio pubblico anche per lucro personale" e " ha fatto leva sulle entrature politiche ai più alti livelli per accreditare la propria posizione".

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