PALERMO. Il tribunale di Palermo ha condannato per truffa all'Inps quattro imputati: Vincenzo Vivoli, a 5 anni e 6 mesi, Cesare Speca, a 5 anni e 8 mesi, Francesco Paolo Vitale a 2 anni e 10 mesi, Rita Melchiorra Pipitone a 3 mesi. Secondo l'accusa, con un sistema fraudolento, gli indagati dirottavano su conti correnti a loro riconducibili somme prelevate dai Tfr di assistiti Inps, conferiti nelle casse dell'istituto.
I truffati sono tutti pensionati. L'ideatore del meccanismo sarebbe stato Vivoli che avrebbe falsificato i moduli per liquidare le indennità per il trattamento di fine rapporto, inducendo in errore la ragioneria dell'Inps.
Sono decine gli episodi di truffa all'Inps - alcuni tentati e altri portati a termine - scoperti dai carabinieri di Palermo che nel maggio 2014 eseguirono 12 misure cautelari. Tra le persone coinvolte proprio Vivoli, un dipendente Inpdap ritenuto dagli inquirenti l'elemento chiave dell'organizzazione. Complessivamente il raggiro ammonterebbe a circa un milione di euro.
La banda contava sul fatto che alcune emissioni del Tfr non andavano a buon fine o per errore del codice Iban o per cambio di denominazione della banca destinataria. Le somme non accreditate venivano accantonate e sospese nella banca cassiera dell'Inps che, periodicamente, comunicava a Vivoli le generalità della persona a cui sarebbe spettata la buonuscita. Questi veniva contattato e invitato a richiedere con un apposito modulo il nuovo accredito.
Dalla lista dei mancati accrediti venivano scelti i nominativi con gli importi più alti. "La banda - spiegarono gli investigatori - contava sul fatto che colmando con gli introiti della truffa gli ammanchi più datati avrebbe continuato ad agire indisturbata". L'inchiesta partì dalla segnalazione di un pensionato, che non aveva mai ricevuto il Tfr e si era rivolto ai colleghi di Vivoli. Questi, insospettiti, hanno dato il via agli accertamenti.
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