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Cantieri a Palermo, spiragli sul futuro dell’anello ferroviario

Il commissario di Tecnis sostiene che la società è in grado di portare a termine i lavori e l’opera. Ma il Comune attende un impegno ufficiale

PALERMO. Il tanto atteso vertice romano tra Rfi e il commissario di Tecnis, Saverio Ruperto, non dirada le nebbie sull’appalto per l’anello ferroviario. Anche se, dall’incontro di ieri mattina, si è aperto uno spiraglio favorevole sul destino dei cantieri che dovrebbero realizzare la tratta di ferrovia in sotterranea da Giachery al Politeama. Ruperto, riferiscono le fonti presenti all’incontro, ha dato ampie rassicurazioni sul fatto che l’intervento può e deve essere portato a conclusione.

Ma al momento i cantieri dell’«area 4» (Amari-Catelnuovo) non apriranno. Non c’è una data, infatti. L’amministrazione comunale (cui spetta il potere di firmare le ordinanze con cui si dà il via libera) deve prima convincersi che l’impresa abbia i presupposti tecnici ed economici per andare avanti. Non vuole minimamente rischiare di trasformare in trincea il centro per poi registrare uno stallo o, peggio, un clamoroso stop dell’appalto. Sarebbe un danno incalcolabile. E non solo di immagine.

Il vicesindaco con delega alle Infrastrutture, Emilio Arcuri, ieri ha mantenuto una linea attendista. Dell’esito del vertice ha ricevuto informazioni da Filippo Palazzo, ingegnere di Rfi e responsabile del «Nodo di Palermo» (presente con il direttore generale di Tecnis, Gianguido Babini e il referente per l’anello Vincenzo Fleres), il quale ha ribadito la conferma da parte del commissario «della sussistenza dei presupposti tecnici e finanziari» della società di costruzioni. Ovviamente l’amministrazione aspetta che le stesse cose Ruperto le confermi personalmente al sindaco, con un incontro (come chiesto, ma senza avere ottenuto risposta) o con una nota ufficiale.

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