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Palermo, Di Vitale: trasparenza e tempi celeri, così cambia il tribunale

PALERMO. In sette mesi, dal 15 maggio a ora, non si è fatto mancare praticamente nulla, il nuovo presidente del Tribunale di Palermo, Salvatore Di Vitale. I dolori della sezione misure di prevenzione, l’ennesimo «caso Palermo», le difficoltà della fallimentare, le sofferenze della sezione dei giudici delle indagini preliminari. Le convocazioni, le audizioni e le relazioni al Csm, la sospensione della presidente Silvana Saguto, i trasferimenti «in prevenzione» di tre giudici, l’ispezione straordinaria del ministero. E in ultimo la dura polemica con la Procura sulla posizione della ricercatrice universitaria libica, che i pm volevano in carcere e a cui il Gip ha imposto solo l’obbligo di dimora. Di Vitale conferma la difesa del collega criticato dallo stesso procuratore di Palermo, Franco Lo Voi.

Non solo misure di prevenzione. Le esigenze di rinnovamento e rotazione hanno riguardato pure altre sezioni.
«Anche se i ben noti fatti hanno inevitabilmente monopolizzato per molti mesi l’attività della presidenza, ho individuato comunque altre — seppur non così gravi — criticità, in modo da intervenire tempestivamente: mi riferisco alla sezione fallimentare, a cui ho assegnato un validissimo presidente, Fabio Marino, che, in piena e costante collaborazione con la presidenza del Tribunale e con i colleghi della sezione, sta procedendo anche a una profonda riorganizzazione degli affidamenti degli incarichi, con criteri di trasparenza e di rotazione».

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