PALERMO. Sette misure cautelari per un traffico di droga tra Palermo e Napoli. Mezza tonnellata di hashish e di cocaina, per un giro di affari di circa cinque milioni di euro. L'operazione, chiamata Letiuam 4, della squadra mobile del capoluogo siciliana, è scattata alle prime luci dell'alba. Il canale tra Palermo e Napoli si conferma dunque uno dei più importanti non solo del sud ma anche nel resto d'Italia.
L'indagine ha ricostruito l'asse criminale tra camorra e Cosa Nostra. L'attività investigativa ha avuto una durata complessiva di circa 3 anni, nel corso dei quali i poliziotti palermitani hanno registrato il tentativo, sempre frustrato da sequestri ed arresti, di immissione nel mercato dello stupefacente di fiumi di hashish, provenienti da Napoli. Durante l'inchiesta complessivamente, oltre mezza tonnellata di hashish e di cocaina, per un giro di affari di circa cinque milioni di euro, è stata sequestrata dagli agenti che hanno arrestato, anche, decine di insospettabili «corrieri».
Tra i destinatari delle misure cautelari anche alcuni soggetti vicini alle famiglie mafiose di «Brancaccio» e «Porta Nuova e a clan camorristici. L'occultamento dello stupefacente, una volta giunto a Palermo, avveniva anche grazie alla preziosa collaborazione di un insospettabile »colletto bianco«, impiegato in un ufficio di consulenza fiscale e, quindi, in condizione di stipulare contratti di affitto di box e magazzini senza destare sospetti.
GLI ARRESTATI. Arrestati i palermitani Vincenzo Ferro, 39 anni, Giuseppe Ferro, 48 anni, Francesco Scimone, 46 anni, Giovanni Alessi, 39 anni, e il napoletano Domenico Capuozzo, 53 anni. Dell'impiegato di un ufficio di consulenza sono state rese solo le iniziali G.G.B. di 36 anni.
A capo della banda tra i palermitani ci sono Giovanni Alessi e Francesco Scimone, quest'ultimo figlio e fratello di due componenti della famiglia mafiosa di "Brancaccio". Questi si rifornivano della droga attraverso Domenico Capuozzo ritenuto vicino a clan camorristici. Insieme a Capuozzo c'era un altro napoletano P.A. di 46 anni suo "factotum", che forniva assistenza nella vendita e nei trasporti in Sicilia della droga. Gli intermediari tra l'associazione palermitana ed i fornitori campani erano, invece, i fratelli Vincenzo e Giuseppe Ferro, quest'ultimo pregiudicato per reati specifici e per associazione mafiosa ed estorsione aggravata, vicino al boss Alessandro D'Ambrogio capo del mandamento mafioso di "Porta Nuova".
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