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"Raid contro imprenditori": convalidati fermi per 6 indagati

Il gip di Termini ha condiviso le tesi dei pm confermando la custodia cautelare in carcere. Le fasi di un danneggiamento documentate in diretta dai carabinieri del nucleo investigativo di Monreale

PALERMO. Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere i sei fermati di venerdì nell'ambito del terzo troncone dell'inchiesta «Grande Passo» contro la mafia del Corleonese. Il gip di Termini ha convalidato il fermo dei pm Sergio Demontis, Caterina Malagoli e Gaspare Spedale ed ha anche confermato la custodia cautelare in carcere per il presunto capo del mandamento, Rosario Lo Bue, il presunto reggente di Chiusa Sclafani, Vincenzo Pellitteri ed i presunti affiliati Salvatore Pellitteri (del '76), Pietro Pollichino, Roberto Pellitteri e Salvatore Pellitteri (del '92).

I carabinieri, durante le indagini, sono anche riusciti a documentare in diretta le varie fasi di un danneggiamento che sarebbe stato compiuto contro un imprenditore di Chiusa dai giovani cugini Salvatore e Roberto Pellitteri, su ordine del padre del primo, Vincenzo.

Non è emerso chiaramente quale sarebbe stato lo scopo dell'intimidazione, con la quale erano stati distrutti i vetri di un escavatore nella notte del 21 settembre 2014. L'imprenditore si occupa di commercio al dettaglio di materiale di costruzione, ceramiche e piastrelle ed è probabile che la vicenda sia legata all' imposizione del pizzo.

«Che devo prendere? Il mazzolo... Non ti spaventare, il mazzolo dove te lo sei messo, in mezzo alle gambe?» così inizia l'intercettazione. A parlare è Roberto Pellitteri, 25 anni.

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