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La Cassazione annulla il sequestro dei beni di Salvo Castagna

Accolto il ricorso dell'imprenditore palermitano, fondatore della compagnia telefonica Italiacom, e del socio Alba Cinà

PALERMO. La Corte di Cassazione ha annullato il sequestro preventivo dei beni che era stato disposto nei confronti di Salvo Castagna (e del socio Alba Cinà), imprenditore palermitano, fondatore della compagnia telefonica Italiacom, sottoposta a procedura fallimentare nel 2014.

"In particolare - si legge in una nota - la Suprema Corte ha accolto il ricorso dei sigg.ri Cinà e Castagna affermando che il Tribunale di Palermo aveva disposto il predetto sequestro in mancanza dei presupposti di legge, e specificamente senza avere accertato preventivamente la loro natura di profitto o prezzo dei presunti reati fiscali ad essi contestati e senza alcun accertamento preventivo in ordine alla possibilità di eseguire il sequestro in capo alla società. Con successiva ordinanza del 02.10.2015, inoltre il Tribunale di Palermo ha accolto l’appello proposto dalla sig.ra Cinà, riconoscendo che, contrariamente a quanto sostenuto dal Tribunale, già nel 2014, ed ancor prima del sequestro, Italiacom aveva provveduto a sanare la propria posizione con l’Erario, versando la quasi totalità delle somme dovute e residuando appena un debito tributario di Euro 2.920,47 e non già di Euro 320.017,81 come affermato dal Tribunale. Ed ancora, con provvedimento del 21.10.2015, il Tribunale di Palermo ha infine rigettato l’appello proposto dal P.M. e disposto la restituzione al sig. Castagna dei beni sottoposti a sequestro nel settembre 2014".

Nella nota i due imprenditori esprimono la loro felicità per aver dimostrato di "aver sempre agito nel rispetto delle norme di legge". "Si è trattato - prosegue la nota - di un incubo durato quasi 2 anni, che ha fortemente compromesso le relazioni sociali e professionali dei sigg.ri Castagna e Cinà, e che ha irrimediabilmente compromesso  l’attività commerciale di una florida ed emergente realtà imprenditoriale palermitana".

“Mi sono ritrovato - dice Salvo Castagna - ad aver costruito una realtà aziendale crollata improvvisamente e senza alcun valido motivo. Tante famiglie sono state private dei loro proventi, ma nessuno ha voluto dare rilievo a questo aspetto altamente riprovevole in uno Stato  che si vanta continuamente di voler fare gli interessi dei cittadini. Finalmente si è aperto uno spiraglio che ci lascia ben sperare sul futuro della giustizia italiana, che ha dimostrato di voler perseguire la ricerca della verità. Proverò con tutte le mie forze a credere ancora in questa terra cercando di dare il mio modesto contributo alla crescita economica di una regione che vanta tradizioni storico  culturali di grande rilievo ma che ha bisogno di imprenditori giovani e pieni di idee innovative".

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