PALERMO. Palermo potrà abbracciare il suo nuovo arcivescovo il prossimo 5 dicembre. La data di insediamento di monsignor Corrado Lorefice in diocesi è stata decisa ieri dal nuovo pastore della Chiesa palermitana durante l' incontro con i sette componenti del Collegio dei consultori, giunti a Noto per incontrarlo.
L'arrivo nei primi di dicembre era prevedibile, per consentire all'ex parroco di San Pietro a Modi cadi poter aprire la «porta della misericordia» diocesana il 13 dicembre e avviare così il Giubileo voluto da papa Francesco. Durante la stessa celebrazione in Cattedrale, si svolgerà contestualmente la consacrazione episcopale di monsignor Lorefice e probabilmente sarà presieduta dal suo predecessore, il cardinale Paolo Romeo, arcivescovo emerito di Paler mo, che in questo momento svolge le funzioni di amministratore apostolico.
Un'investitura che avverrà a pochi passi dalla tomba in cui riposano le spoglie mortali del beato Pino Puglisi, a cui il nuovo arcivescovo è legato da un legame profondo di conoscenza e collaborazione ai tempi del Centro regionale di pastorale vocazionale, ma anche di studio del pensiero e del ministero del martire ucciso dalla mafia. All' ingresso di Lorefice a Palermo parteciperanno tutti i vescovi di Sicilia, il cardinale Francesco Montenegro, il vescovo di Noto monsignor Antonio Staglianò.
Ma sopratutto parteciperanno le comunità della diocesi, i parroci, la gente, che con ansia e gioia attendono l'arrivo del giovane pastore. E l'8 dicembre, nel giorno dell' Immacolata, sarà il momento per il discorso alla città in piazza San Domenico. L'incontro col Collegio dei consultori è stato cordiale e affettuoso. A parte qualche contatto telefonico nei giorni scorsi, dopo l'annuncio ufficiale della nomina papale, sono stati sette sacerdoti i primi palermitani a parlare e confrontarsi col nuovo pastore: Filippo Sarullo, Alerio Montalbano, Carmelo Torcivia, Innocenzo Giammarresi, Silvio Sgrò, Giuseppe Sunseri e Sergio Mattaliano.
Con loro è cominciato il dialogo che già nella lettera di saluto alla sua nuova Chiesa, monsignor Lorefice ha fissato tra i punti nevralgici del suo programma pastorale. «A tutti i presbiteri, a me carissimi, intendo dedicare, nel dialogo franco e leale, un ascolto attento, alimentato dalla comune obbedienza al Vangelo e dalla condivisione dell' unico pane eucaristico» ha scritto, e ai diaconi «desidero porgere l'invito a mantenere vigile l'attenzione ai più piccoli, ai più poveri, agli ammalati, così da aiutare tutta la Chiesa ad abitare con verità le vie delle "periferie umana", con la chiara coscienza di "essere inviata soprattutto per i piccoli, gli umili, i poveri"».
Sulla linea tracciata da papa Francesco, come sottolinea anche don Luigi Ciotti, tra i big sponsor di Lorefice: «La scelta che fa (il Papa, ndr) è di mettere nelle diocesi pastori che siano veramente capaci di saldare terra e cielo. La scelta di pastori capaci di andare incontro alle persone, di immergersi nei loro contesti, questo faccia a faccia con chi fa più fatica. Sono felicissimo, non ho parole, nel vedere chepa pa Francesco continua, imperterrito, non solo a parlare del Vangelo ma a testimoniarlo vivendolo. Perchè è questo che conta, bisogna viverlo».
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