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Assenteismo a Palermo, 84 indagati tra vigili e dipendenti del Coime

Sono 420 le posizioni a vaglio procura. Usati badge a insaputa titolari

PALERMO. Sono 84 gli agenti della polizia municipale del comando di via Dogali a Palermo e i dipendenti del Coime, il Coordinamento interventi di manutenzione edile del Comune, finiti in una inchiesta «antiassenteismo» della procura di Palermo. L'inchiesta è coordinata dai pm Daniela Varone e Francesco Del Bene. Sono invece 420 le posizioni dei vigili urbani che dovranno essere vagliate dalla procura.

In centinaia sarebbero stati all'oscuro della truffa. I loro badge sarebbero stati usati a loro insaputa. Lo avrebbero ammesso alcuni degli agenti sentiti dai pm. L'inchiesta è partita dalla segnalazione di un vigile urbano che aveva visto un solo dipendente del Coime passare dieci badge sotto l'apposito lettore all'ingresso del Comando. La segnalazione è arrivata al capo dei vigili Vincenzo Messina che insieme ai dirigenti è andato in procura.

LE INDAGINI. Le telecamere su ordine della procura di Palermo sono state installate il 19 dicembre del 2012 e sono state smontate il 31 gennaio del 2013. In questo lasso di tempo gli agenti del comando di via Dogali, incaricati delle indagini, hanno rilevato quattro livelli di timbrature anomale. Il primo quello relativo all’utilizzo del codice 46 o 47 per entrare in servizio al Comando in orario diverso da quello previsto. Il secondo livello di irregolarità riguarda le timbrature doppie. Sono stati ripresi dalle telecamere agenti che timbravano oltre che per se stessi anche per altri colleghi. In questo modo anche se uno dei due era fuori risultava regolarmente in servizio. Il terzo livello riguarda le timbrature multiple. Un solo impiegato di uno stesso ufficio timbrava anche per i colleghi. L’elenco di questi uffici al momento è top secret. Ma secondo gli investigatori sono diversi gli uffici coinvolti nella truffa. L’ultimo livello è quello delle timbrature multiple ed eterogenee da parte di personale non appartenente al comando ma appartenenti al Coime e all’ufficio segnaletiche.

IL SINDACATO. "Il Csa il sindacato maggiormente rappresentativo al Comune di Palermo e nella Polizia municipale da sempre a fianco dei lavoratori onesti, non intende cambiare rotta, e per questo che ci aspettiamo chiarezza sui fatti al più presto possibile, al fine di non danneggiare chi ogni giorno svolge il proprio dovere con onestà ed abnegazione, non possiamo accettare che s'infanghino un intero corpo", dice Nicola Scaglione segretario provinciale del Csa. "Se i fatti fossero confermati, come sempre saremmo dalla parte dei lavoratori onesti, - aggiunge - isolando di contro chi, al contrario, al fine di trarne vantaggio personale rischia di infangare la maggioranza, per questo confidiamo nel buon lavoro della magistratura che auspichiamo in tempi brevi riporti alla realtà i fatti accaduti, evitando la gogna mediatica a chi svolge il proprio lavoro con senso del dovere e responsabilità". "Siamo convinti che la stragrande maggioranza di agenti del corpo di polizia municipale di Palermo siano delle persone con grande senso del dovere che quotidianamente opera in mezzo a mille difficoltà garantendo servizi ai cittadini con impegno e rischio personale. Il Csa - aggiunge Scaglione - manifesta la propria fiducia nelle istituzioni, esprimendo di contro grave preoccupazione se fosse confermata la notizia sui numeri dichiarati dalla stampa, poiché si dovrebbe per forza di cose, approfondire il ragionamento in ordine alla vigilanza di un fenomeno cosi diffuso che inevitabilmente coinvolgerebbe tutti i livelli amministrativi interessati".

 

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