PALERMO. Carte di credito clonate, autonoleggi fantasma, ma soldi veri. Milioni di euro, provenienti da mezzo mondo, arraffati da una banda di truffatori palermitani con buoni contatti nell'oscuro mondo degli hacker. E forse anche della mafia. Potrebbe essere la sceneggiatura di un film, invece è il contenuto del fermo di oltre 1000 pagine che ha spedito in cella 24 indagati nel corso dell'operazione di polizia Free Money di ieri.
Tra loro c'è una vecchia conoscenza degli investigatori: Pietro Scarpisi, 56 anni, trafficante di droga ritenuto legato alla cosca di Ciaculli, coinvolto nei tanti processi per la strage del giudice Rocco Chinnici (e alla fine assolto dalle accuse più pesanti). L'inchiesta condotta dalla squadra mobile e dalla polizia postale ha svelato, secondo la ricostruzione della procura, un raggiro che in un paio d'anni ha prodotto profitti illegali per oltre 3 milioni di euro.
Gli indagati sono in tutto 53, un paio i ricercati, entrambi rumeni, mentre le vittime sono centinaia. Si tratta di cittadini canadesi, americani e asiatici (soprattutto della ricca zona degli emirati arabi e di Singapore e Hong Kong) a cui sono state taroccate le carte di credito.
Il raggiro pare piuttosto sofisticato, ma come sottolineano gli stessi inquirenti, con un po' di attenzione da parte dei consumatori, può essere facilmente sventato. Bastava accorgersi degli addebiti sul proprio conto, per bloccare le carte e impedire altri guadagni ai criminali. Un normale sistema di «alert», che tramite sms, contatta i consumatori, avrebbe messo subito in crisi i malfattori.
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