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Rubò in un cantiere controllato dalla mafia e fu ucciso, ergastolo al mandante

PALERMO. La corte d'assise di Palermo ha  condannato all'ergastolo Giuseppe Marfia per l'omicidio di  Salvatore Cintura, punito da Cosa nostra perchè aveva osato  rubare in un cantiere controllato dai boss. Marfia era il  mandante del delitto, commesso nel 1975 ed eseguito da  Gioacchino La Barbera poi diventato collaboratore di giustizia,  tra i killer entrati in azione nella strage di Capaci. A svelare  i retroscena di un agguato di 34 anni fa fu proprio il pentito  che ha raccontato che l'eliminazione di Cintura fu il primo  incarico ricevuto da Marfia dopo l'affiliazione a Cosa nostra.

 «Marfia mi disse che si erano verificati diversi furti, che  finivano col recare all'azienda un certo danno, perchè veniva  rubato materiale che non era ferro vecchio, ma costituito da  pezzi da usare in cantiere. Marfia mi dette quindi un fucile a  canne mozze, e mi disse di vedere chi era il ladro, e di  sparargli così da togliersi il pensiero», ha riferito agli  inquirenti La Barbera. L'accusa in giudizio è stata  rappresentata dal pm Amelia Luise.

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