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Italgas, revocato il commissariamento per mafia

ROMA. Dopo un anno di amministrazione giudiziaria, è finalmente giunto al termine il commissariamento di Italgas, sospettata di infiltrazioni mafiose, ma il colosso della distribuzione cittadina di gas naturale, controllata al 100% da Snam, rimane un sorvegliato speciale: per i prossimi tre anni è stato imposto il controllo giudiziario e l'istituzione di un organismo di vigilanza.

Nel luglio 2014 il tribunale di Palermo - sezione misure di prevenzione presieduta dalla dottoressa Silvana Saguto - aveva notificato alla società la misura preventiva dell' amministrazione giudiziaria che si dispone quando esiste il sospetto che una azienda possa oggettivamente agevolare soggetti mafiosi. Successivamente il commissariamento era stato prorogato di altri 6 mesi, ovvero fino a ieri.

 Il tribunale di Palermo ha ora decretato invece la revoca dell'amministrazione giudiziaria ma ha imposto il controllo giudiziario per tre anni e l'istituzione di un organismo di vigilanza. In sostanza «Italgas è in libertà condizionata», commenta Davide Mattiello, Pd, componente della Commissione Antimafia, che in questi mesi ha ricevuto in audizione dirigenti, amministratori delegati e amministratori giudiziari della società, oltre alla stessa dottoressa Saguto.

La presidente Rosy Bindi, in più di una occasione, ha puntato l'indice su una serie di circostanze sospette addebitate a Snam e Italgas, molte delle quali relative alla Capitale. «Gli amministratori giudiziari di Italigas hanno trovato a Roma gli allacci nemmeno iniziati e nella città si sono verificate varie fughe di gas», aveva fatto notare Bindi nel corso di una audizione, nei mesi scorsi, chiedendo anche chiarimenti sui lavori di manutenzione per Italgas eseguiti dalla ditta Tagliabue che nella capitale conta, stranamente, solo un dipendente e ricordando un incidente con un operaio morto nel quartiere romano di Monteverde. Preoccupazioni, queste, oggi rilanciate dal Pd Mattiello.

«Non sfugge - osserva - che stiamo trattando di una azienda che si occupa di metanizzazione e che notoriamente il gas, maltrattato, scoppia e può uccidere: quanti lavori sono stati fatti male? », si chiede. E ancora: «Quale è la dimensione del rischio cui sono sottoposti gli ignari cittadini italiani? Cosa pensa di fare il Governo per imporre una rapida e capillare verifica di migliaia di chilometri di rete?».

È la prima volta che una società quotata subisce la misura del commissariamento. Italgas conta 1500 concessioni, una rete di distribuzione di 53 mila chilometri e 6 milioni di utenze a cui fornisce gas per quasi 7,5 miliardi di metri cubi. Nel revocare il commissariamento, il tribunale di Palermo dà atto ad Italgas-Snam di avere effettivamente collaborato, almeno a decorrere dal secondo trimestre dell'amministrazione giudiziaria.

«Il quadro che emerge però - conclude Mattiello - conferma che Italgas ha oggettivamente agevolato per anni società riconducibili a sodalizi mafiosi e al tempo stesso era nelle condizioni di conoscere i profili di pericolosità di queste società. Più in generale, è stato confermato il complessivo quadro di inefficienza e opacità nella gestione degli appalti, funzionale alla infiltrazione mafiosa e ad una mala gestione dagli esiti pericolosi per la società». Di qui i tanti interrogativi rimasti aperti.

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