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Evasione fiscale sui funerali, pompe funebri nel mirino: il Comune di Palermo recupera un milione

Imposte per un milione recuperate grazie a un accordo con l’Agenzia delle entrate: è bastato comparare dati su decessi e fatture. Il sindaco: controlli a 360 gradi

PALERMO. È bastato segnalare alcuni banali dati in possesso dell’amministrazione perché si muovesse la macchina del recupero delle tasse evase.

In principio furono i morti. I quali, visto che al cimitero non possono andare sulle loro gambe per ovvie ragioni, vengono accompagnati da un’agenzia di pompe funebri: ed è bastato trasmettere queste informazioni agli uffici del Fisco per ottenere i primi, eclatanti, risultati. Sono stati sufficienti due conti, mettere in fila alcuni dati e comparare le dichiarazioni dei redditi con il numero di «servizi» effettuati per scoprire che erano in molti i titolari delle «case del funerale» a non rilasciare la fattura, sfuggendo così alle tasse.

Del resto come si potrebbe disconoscere la firma sul registro, la carta intestata depositata negli uffici del camposanto? Non si può, infatti. «Le nostre segnalazioni - spiega il sindaco, Leoluca Orlando, che aveva segnalato all’assemblea dell’Anci questi risultati - sono a 360 gradi. Questo in virtù di un accordo che un anno e mezzo fa stipulammo con il capo dell’Agenzie delle entrate Antonino Gentile. La normativa assegna al Comune il 100 per cento dei primi introiti frutto delle sue segnalazioni. E così è stato».

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