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Benzinaio ucciso a Palermo, si scava nel passato della vittima e sulla fuga dei killer

Per cercare di risalire ai due killer gli agenti stanno passando al setaccio le immagini riprese dai sistemi di videosorveglianza per cercare di capire da dove sia venuta l’auto e dove siano fuggiti i due

PALERMO. Si scava nella vita di Nicola Lombardo, il benzinaio ucciso da un colpo di arma da fuoco sabato pomeriggio a Palermo. Lombardo per circa tre anni ha lavorato nel distributore Ip del cognato Atanasio Sarullo in piazza Sant’Erasmo.

Poi una volta che l’impianto è stato venduto, Lombardo è andato a lavorare prima nell’impianto Ip di via Cataldo Parisio poi nel distributore Esso in piazza Lolli. Salvatore Nangano, gestore dell’impianto e fratello di Franco ucciso il 16 febbraio del 2013, aveva bisogno di un impiegato esperto per la gestione del distributore.

Non è ancora chiaro se l’impiegato fosse messo in regola o avesse intenzione di prendere in proprio il distributore. Del resto Nangano tra le varie attività negli ultimi mesi ne aveva intrapresa una nuova. Secondo i primi accertamenti pare che avesse acquistato la licenza di un lido a Balestrate località balneare in provincia di Palermo.

Ed è proprio sulla gestione del distributore che gli investigatori, fra le altre piste, starebbero lavorando. Da qui potrebbe essere nata la scelta di quella che sembra avere i tratti di una finta rapina finita nel sangue? Sono solo ipotesi. Per cercare di risalire ai due killer gli agenti stanno passando al setaccio le immagini riprese dai sistemi di videosorveglianza per cercare di capire da dove sia venuta l’auto e dove siano fuggiti i due. Alcuni testimoni hanno detto la vettura dopo l’omicidio si sia diretta verso il quartiere Noce. Le ricerche sui due proseguono.

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