PALERMO. Morire a 44 anni per uno scivolone su un marciapiede dove stava aspettando le amiche per la gita fuori porta. Morire dopo una banale frattura alla caviglia, costata cinque giorni di atroci dolori e stati di incoscienza.
Si può ed è successo a Maria Rita La Mantia, ricoverata l'1 giugno al Policlinico dopo una funesta caduta in via Chiavelli e deceduta alla Rianimazione dell’ospedale Civico per insufficienza respiratoria e renale. Questa la diagnosi nel referto, queste le parole ufficiali che hanno firmato la fine alla sua vita.
Ma i familiari non si danno pace e vogliono chiarezza. Ieri il loro avvocato, Salvatore Romeo, ha depositato in Procura un esposto-querela dove, in sostanza, viene chiesto un incidente probatorio strumentale all’accertamento tempestivo della cause medico-legali della morte della donna con l’attento esame delle cartelle cliniche registrate nei due nosocomi durante la degenza della donna. Interrogativi con i quali, a torto o a ragione, i familiari non possono convivere. Vogliono comunque la verità, poi potranno piangere in pace.
«Nel momento in cui dovessimo ricevere richieste di chiarimenti dalla Procura - replicano dalla direzione sanitaria e aziendale - attiveremo tutte le procedure previste nella gestione del rischio clinico».
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