PALERMO. "Dal primo giugno e per almeno 15 giorni i Comuni della Provincia di Palermo non potranno più conferire rifiuti presso la discarica di Bellolampo. La Rap, partecipata del Comune di Palermo, avrebbe dovuto infatti completare le operazioni di capping delle vasche già sature ma, secondo la nota della Rap pervenuta nella tarda serata di ieri, non solo non potrà farlo entro domenica 31 maggio, come inizialmente previsto, ma ha anche chiesto di ridurre il quantitativo giornaliero di rifiuti conferiti limitandoli a quelli dei soli Comuni di Palermo e di Ustica.
La conseguenza è che, con un'ordinanza del presidente della Regione, dal primo giugno dovremo obbligare i Comuni del Palermitano a scaricare altrove: alcuni Comuni dell'Ato Palermo 5, insieme ad alcuni Comuni degli Ato Ag2 e Ag3, conferiranno presso l'impianto della Sicula Trasporti, mentre altri 50 Comuni del Palermitano presso l'impianto di Siculiana". Lo dice l'assessore regionale all'Energia, Vania Contrafatto.
"Si tratta - aggiunge - di una scelta obbligata, confermata anche dagli organi tecnici, ovvero Arpa, Asp e Libero Consorzio, e dovuta unicamente ai ritardi accumulati da Rap. L'impianto di Tmb, ovvero di Trattamento meccanico biologico, è ormai completo e dotato anche di collaudo statico: un risultato conseguito nei tempi solo grazie all'impegno della Regione. Ma è assurdo constatare come non possa ancora entrare in funzione per la mancanza, da parte di Rap, di mezzi e professionalità adeguatamente formate. Il sindaco di Palermo dovrebbe impegnarsi di più a far funzionare la sua azienda e a far accrescere i livelli di differenziata, invece di investire sempre la Regione di responsabilità che non ha".
Sul Giornale di Sicilia in edicola arriva la replica di Orlando: «L’assessore che esterna è la stessa che con le dissennate scelte regionali carica i Comuni di costi assurdi, scarica sui cittadini costi e disservizi e ingrassa le discariche private. Non resta che attendere - conclude Orlando - accertamenti e sanzioni da parte di magistrature competenti alle quali ci siamo già da tempo rivolti».
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