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Le mani del clan sul bar del Civico. Il direttore: "Avviata risoluzione contratto"

L'inchiesta ha anche evidenziato, grazie alla denuncia della vittima, un tentativo di estorsione ai danni di un imprenditore che si era aggiudicato l'appalto per la ristrutturazione del Policlinico

PALERMO. Attraverso un prestanome la mafia gestiva il bar dell'ospedale Civico di Palermo che era anche diventato luogo di incontro dei boss. È uno dei particolari emersi nell'indagine dei carabinieri che ha portato all'emissione di 39 misure cautelari. Il bar è stato sequestrato, ma gli investigatori continuano le indagini per chiarire l'origine dell'aggiudicazione dell'attività commerciale e se altre attività, all'interno del nosocomio, fossero controllate da Cosa nostra.  L'inchiesta ha anche evidenziato, grazie alla denuncia della vittima, un tentativo di estorsione ai danni di un imprenditore che si era aggiudicato l'appalto per la ristrutturazione del Policlinico. Uno degli arrestati, Giuseppe Perrone, avrebbe tentato di imporre all'impresa forniture di materiali e manodopera oltre a una tangente di 500 mila euro.

«In relazione alla chiusura del servizio di ristoro interno al presidio ospedaliero Civico di Palermo disposto in data odierna dall'Autorità Giudiziaria, manifestando il pieno apprezzamento per il lavoro della Magistratura e delle Forze dell'ordine, nonchè la più ampia disponibilità a collaborare per il proseguimento delle indagini, si ritiene utile precisare che l'attuale Direzione Aziendale, sin dal proprio insediamento, ha disposto, mediante gli uffici competenti, una revisione di tutti i rapporti con i diversi soggetti titolari della disponibilità di beni immobili all'interno ed al di fuori del perimetro ospedaliero». Lo dice il direttore generale dell'ospedale Civico di Palermo Giovanni Migliore, commentando il sequestro del bar interno al nosocomio in seguito all'operazione antimafia di oggi.

«In particolare, è stata verificata l'esistenza di contratti per la conduzione in affitto di diversi locali, tra cui quelli della Società Medipast arl, con la quale venne stipulato contratto nel corso del 2010, con decorrenza dal giorno 1 novembre 2010 e scadenza 31 ottobre 2016 - aggiunge Migliore - Nel febbraio del corrente anno, si è accertato il parziale pagamento dei canoni. La direzione amministrativa ha richiesto agli Uffici un quadro aggiornato degli estratti conto debitori proprio dei conduttori di immobili presenti all'interno del presidio, rilevando un credito nei confronti della predetta Ditta pari a 177 mila euro, motivo per cui è stata disposta l'attivazione delle procedure finalizzate al recupero immediato delle somme dovute, nonchè alla risoluzione  del rapporto contrattuale in essere; per la prosecuzione delle quali occorrerà concordare modalità e forme con la custodia giudiziaria, già in tal senso contattata».

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