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Nuova rapina al bar Massaro: «Non cedo al ricatto del racket»

Mercoledì sera tre banditi a volto coperto sono entrati nella gelateria di via Ernesto Basile e minacciato gli impiegati. Il bottino è stato di appena 70 euro

PALERMO. «Non è più il tempo di cedere al ricatto del pizzo. Se qualcuno ipotizza che queste rapine possano avere il potere di indurmi a cercare accordi ha sbagliato i suoi conti. Io il pizzo ai mafiosi non lo pago. È una sorta di imperativo morale che mi sono dato da tempo e che intendo rispettare. Lo devo a me stesso, alla mia famiglia, ai miei dipendenti e in qualche modo alla parte sana di questa città, a chi non cede ma lotta e resiste anche se a volte la ragione e la stanchezza ti porterebbero a prendere altre decisioni».

Dopo l’ultima rapina, la quarta nel giro di pochi mesi, Francesco Massaro, titolare della nota pasticceria di via Ernesto Basile, reagisce senza peli sulla lingua e racconta chiaramente come stanno le cose: «Non credo alla teoria dei cani sciolti, non intendo di certo sostituirmi agli inquirenti ma questi continui assalti nei miei locali hanno tutto l’aspetto di un chiaro segnale della criminalità organizzata - afferma Massaro -. Del resto non occorre scomodare i criminologi per sapere che a Palermo spesso le rapine vengono organizzate per convincere le vittime designate a pagare il pizzo. Ma io, pur sapendo che sarebbe forse la soluzione più facile, non ho alcuna intenzione di farlo».
Una denuncia pubblica forte, il gesto concreto di un commerciante nel segno di una vera legalità. «Ho dotato i miei locali di sistemi d’allarme collegati con le forze dell’ordine - aggiunge Francesco Massaro - ho blindato le casse e faccio periodicamente ricorso alle guardie giurate davanti ai miei locali. Proteggo la mia attività e il lavoro dei miei dipendenti, come è giusto che sia. Non può esserci spazio per nessun tipo di trattativa o di compromesso, non scendo a patti».

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