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Indagine sui ladri di energia elettrica, una pista porta a Mafia Capitale

Secondo gli investigatori anche alcuni agenti in servizio alla Polmare avrebbero cercato di risparmiare sulle bollette grazie a un gruppetto di «amici»

PALERMO. Ladri di energia e non solo. Che il nome di Massimo Carminati, detto Er Cecato, potesse spuntare pure in un’informativa della Squadra mobile su un gruppo di presunti ladri di energia elettrica, che agivano in città e in provincia, può apparire sorprendente. Ma è il contesto generale che emerge, a colpire i poliziotti della sezione reati contro la pubblica amministrazione: perché alcuni agenti in servizio alla Polmare — scrivono gli investigatori — cercavano di risparmiare sulle bollette e per questo avevano messo su «un gruppetto di amici-colleghi, con a capo sicuramente Benedetto Marsala».

Proprio Marsala sarebbe stato il trait d’union con Lino Caruso, l’uomo che è considerato a tutti gli effetti il capo, l’organizzatore e il promotore del maxi-imbroglio perpetrato ai danni dell’Enel. L’uomo capace di abbattere i consumi di energia fino al 99,99 per cento, il tecnico che teneva la pendrive contenente il libro mastro dei «clienti», 1500 furbetti del contatore da lui serviti con operazioni veloci e discrete: lo smontaggio del contatore, portato in un laboratorio dentro pacchi postali, la manomissione e la ricollocazione. Ma non c’era solo la furbizia. L’ipotesi investigativa di più o meno solidi legami criminali è ancora oggetto di approfondimento.

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