PALERMO. La Guardia di Finanza di Palermo ha arrestato due imprenditori palermitani, Marco Matranga. e Salvatore Calamia, accusati di avere evaso l'Iva per sette milioni e quattrocentomila euro. Nei confronti dei due arrestati e di altre 3 persone, le Fiamme Gialle stanno eseguendo sequestri di denaro, immobili e quote societarie fino alla concorrenza del valore complessivo del debito tributario. L'inchiesta è stata coordinata dall'aggiunto Salvo De Luca ed è nata da una verifica fiscale effettuata nei confronti di una società che vende al dettaglio elettrodomestici e prodotti elettronici e informatici.
Dall'indagine è emerso che alcuni fornitori, sfruttando illecitamente il regime fiscale che regola i passaggi di beni tra paesi dell'Ue, hanno acquistato da un commerciante di Madeira (Portogallo) e poi commercializzato sul territorio nazionale grossi quantitativi di prodotti Hi-Tech, senza versare l'Iva. La frode è stata realizzata grazie al sistema delle società «cartiere» amministrate da prestanome, che oltre a vendere i propri prodotti ad un prezzo inferiore rispetto a quello di mercato, speculando sul mancato versamento dell'IVA, consentono una indebita detrazione da parte dell'acquirente compiacente, provocando, così, da un lato, un ingente danno alle casse dello Stato e, dall'altro, una «distorsione» degli equilibri del mercato e delle regole sulla concorrenza. La società controllata ha acquistato da quattro imprese coinvolte nel traffico prodotti, ad un prezzo particolarmente vantaggioso, con risparmi anche del 25%.
Nel mirino dell'operazione della Guardia di Finanza è finito il gruppo Pistone che vende elettrodomestici a Palermo e provincia. Società che attraverso una serie di passaggi anche in zone franche dell'Europa riusciva a vendere pc, telefonini e tv a prezzi molto convenienti. Questa mattina sono stati eseguiti gli arresti e le comunicazioni alle banche.
Agli arresti domiciliari sono finiti Salvatore Calamia e Marco Matranga i due che avrebbero organizzato l'intera frode. Nell'indagine sono finiti anche Giuseppe Guzzo, Pietro Levantino, Piera Amato, Rosaria Costa e Pietro Lusitano avrebbero, invece, fatto da prestanome delle società “cartiere” e “filtro” coinvolte nell'indagine. Liborio Pinella (legale rappresentante de La Rivendita sas) e Giuseppe Pistone, infine, sarebbero stati i beneficiari del profitto derivante dalla frode fiscale. Secondo i finanzieri erano state costruite due società cartiere messe in piedi per emettere fatture. La merce partiva da una società con sede a Madeira, zona “franca” del Portogallo, poi transitava nelle due “cartiere” e da qui alla società di brokeraggio, La Rivendita, che a sua volta la piazzava ai propri clienti, tra cui Pistone. In tutti questi passaggi saltava il versamento dell'Iva. Secondo i finanzieri, guidati dal comandante della Polizia Tributaria Francesco Mazzotta, ci guadagnavo tutti. Pistone si rivolgeva al mercato parallelo e non ai rivenditori autorizzati avrebbe comprato all'ingrosso e piazzato al dettaglio merce a prezzi imbattibili. Sette milioni di euro ammonta il sequestro.
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