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Stato-mafia, la Cassazione conferma la condanna a Masi per falso

PALERMO. La corte di Cassazione ha  confermato la condanna inflitta in appello, a Palermo, a Saverio  Masi, testimone dei pm al processo sulla trattativa Stato-mafia  e scorta del sostituto procuratore Nino Di Matteo. Era stato  ritenuto colpevole di falso materiale e truffa e condannato a  sei mesi.      Masi, come riporta il sito del settimanale Panorama, è finito  sotto processo per una vicenda legata a una contravvenzione.  Multato, nel 2008, ha cercato di farsi togliere la  contravvenzione, producendo una relazione in cui si attestava  che al momento dell'infrazione stava effettuando un pedinamento  con l'auto privata. Per l'accusa avrebbe apposto la falsa firma  del superiore sotto la relazione.

 Ritenuto tra i testi chiave dell'indagine, il carabiniere ha  sostenuto di avere messo le mani sul papello con le richieste di  Riina allo Stato, già nel 2005 durante una perquisizione a casa  di Massimo Ciancimino, altro teste della trattativa, ma che i  suoi superiori presero e fecero sparire il documento.  Recentemente il gup di Roma Cinzia Parasporo l'ha  rinviato a giudizio per diffamazione, insieme all'ex collega  sottufficiale Salvatore Fiducia e al loro avvocato, Giorgio  Carta, per avere accusato, durante una conferenza stampa, gli ex  vertici del nucleo operativo di Palermo di avere di fatto  impedito loro di portare avanti le indagini che avrebbero potuto  portare all'arresto del boss Matteo Messina Denaro.

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