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Crac dell'Amia, condannati gli ex vertici: 4 anni a Galioto e Colimberti

La quinta sezione del Tribunale di Palermo ha condannato a tre anni di reclusione gli ex componenti del Cda Angelo Canzoneri, Franco Arcudi e Paola Barbasso. Assolti, come richiesto dal pm Carlo Marzella, Giuseppe Costanza, Antonio Giuffrè, Gaetano Mendola e Vincenzo Gargano

PALERMO. Sono stati condannati a quattro anni ciascuno gli ex vertici dell'Amia, Enzo Galioto e Orazio Colimberti, imputati nel processo per il crac dell'Amia, la fallita azienda di igiene ambientale di Palermo, della quale erano rispettivamente presidente e direttore generale.

La quinta sezione del Tribunale di Palermo ha condannato a tre anni di reclusione gli ex componenti del Cda Angelo Canzoneri, Franco Arcudi e Paola Barbasso. Assolti, come richiesto dal pm Carlo Marzella, Giuseppe Costanza, Antonio Giuffrè, Gaetano Mendola e Vincenzo Gargano (erano difesi dagli avvocati Michele Calantropo, Salvo Priola, Roberto Ferrara, Daniele Livreri e Castrenze Aiello). Il tribunale ha disposto il risarcimento in sede civile per il Comune di Palermo e per l'Amia.

Secondo l'accusa, gli imputati, a vario titolo, avrebbero iscritto nel bilancio del 2005 false plusvalenze derivanti da vendite di automezzi e di immobili per un valore di 16 milioni e 500 mila euro. In realtà le vendite che Amia avrebbe fatto ad Amia servizi Srl erano fittizie perchè di fatto la società, il giorno stesso delle cessioni, affittava quanto aveva venduto. Tutto questo avrebbe comportato la sopravvivenza dell'Amia che - scriveva il pm nella sua requisitoria - «altrimenti avrebbe dovuto essere ricapitalizzata o messa in liquidazione o assoggettata a procedure concorsuali». I falsi, inoltre, avrebbero consentito alla società di ottenere crediti, di
acquisire appalti, di mantenere in carica amministratori e sindaci che si aumentarono anche i compensi del 20% proprio in virtù del falso risultato economico raggiunto.

"Quanto emerge dalla sentenza sul crac Amia conferma la volontà dell'Amministrazione comunale affinché la Rap si tenga mille miglia distante da pratiche, comportamenti e omissioni che hanno portato al fallimento dell'ex municipalizzata. Ritengo importante ricordare che l'attuale Amministrazione si era costituita parte civile nel processo". Lo ha detto questa sera il sindaco Leoluca Orlando commentando le condanne per la bancarotta fraudolenta dell'Amia.

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