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Omicidio Mazzè, Chianchiano parla e fa trovare la pistola e i vestiti usati

Li aveva gettati nei pressi di un’aiuola. Durante l’interrogatorio ha detto di avere sparato in preda all’ira. «Non ci ho visto più dopo il litigio dentro il bar»

PALERMO. Chianchiano parla e fa ritrovare la pistola che ha usato per uccidere Franco Mazzè ed i vestiti indossati durante l’omicidio. Giubbotto e maglietta sono stati subito scoperti, ma per far saltare fuori l’arma c’è voluta una telefonata anonima al 113. E ieri mattina gli agenti l’hanno vista dentro un’aiuola, a pochi metri di distanza dall’abitazione allo Zen di una parente di Chianchiano. Si vede che qualcuno nella borgata ha voglia di chiudere in fretta la vicenda, tutti quegli agenti per strada hanno fatto crollare gli affari. E così se la polizia non trova la pistola, qualcuno l’aiuta nel lavoro.

A poco a poco si vanno ricomponendo le tessere della tragica Domenica delle Palme: i due presunti assassini sono in cella, uno ha confessato il suo coinvolgimento fornendo però una versione tutta verificare, l’arma del delitto è stata trovata. È una calibro 9 parabellum, Chianchiano ha ammesso di averla usata due volte: contro Mazzè e per sparare a ripetizione contro l’abitazione di Michele Moceo, il cognato della vittima. Lui sostiene di avere agito per legittima difesa, dopo essere stato aggredito al bar Barbara da un fratello di Mazzè.

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