PALERMO. La discoteca «Goa» è stata sospesa da Addiopizzo. Almeno fin quando le indagini non faranno chiarezza definitiva sul presunto coinvolgimento di buttafuori abusivi e minorenni all’interno del locale, dove nella notte fra venerdì 14 e sabato 15 febbraio è morto il giovane medico nisseno Aldo Naro. La decisione è stata presa dai vertici dell’associazione antiracket del capoluogo dopo un lungo incontro con i titolari del locale di Palermo, che si trova nei pressi del quartiere Zen. Il comitato ha deciso di sospendere dalla rete di consumo critico la discoteca e le attività economiche «Velaria Sas» e «Luna Piena Sas».
«Continueremo a vagliare con attenzione le posizioni di quanti sono interessati a entrare a far parte della rete di Addiopizzo - spiegano i responsabili dell’associazione - riservandoci, come è accaduto finora, ogni provvedimento qualora emergessero casi di incompatibilità. Non seguire un percorso del genere - continuano da Addiopizzo - lascerebbe intravedere poche altre soluzioni se non quella di rimanere inerti e indifferenti, come per tanto tempo è stata Palermo e sono tuttora molti cittadini rispetto a fenomeni così gravi. Il nostro circuito ha reso possibili centinaia di denunce e la liberazione di altrettanti commercianti e imprenditori - concludono dall’associazione -. Per questo, e per quanto emerge da recenti inchieste antimafia, dove risulta che i boss temono lo strumento del consumo critico di Addiopizzo, proseguiremo con ancora maggiore determinazione con l’azione antiracket sul territorio».
Sul fronte delle indagini, intanto, si apprende che sarebbero una dozzina le persone che quella sera erano presenti alla rissa nel privée dove Aldo Naro è stato ucciso con un calcio alla testa al culmine di una banale lite per un cappello da cowboy durante una festa di Carnevale.
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