PALERMO. All’ombra dei cipressi non c’è più posto. Nuda terra, nicchie, cappelle gentilizie, loculi: tutto occupato. I cimiteri, da queste parti, sono luoghi particolarmente affollati. Non perché si muore di più, solo perché non c’è più spazio disponibile per garantire il ritmo normale delle sepolture. E allora si accelera sui progetti dei privati per realizzare nuovi spazi cimiteriali con la finanza di progetto.
Dai Rotoli a Santa Maria di Gesù a Sant’Orsola è un’emergenza che va avanti da oltre cinque anni. E i nodi di una gestione in perenne stato d’allarme sono arrivati al pettine. La soluzione trovata nel 2010, in attesa di interventi strutturali, vale ancora oggi: l’utilizzo temporaneo di «posti» all’interno delle tombe private ad «uso deposito». Bene, si è sostanzialmente saturata anche questa via d’uscita. A oggi sono oltre cento (c’è chi le stima in 180) le bare in deposito: un numero enorme, oltre che uno spettacolo doloroso per i parenti dei defunti.
«La crisi dei posti al camposanto si supera solo costruendo nuovi cimiteri», dice caustico l’assessore Giusto Catania. Lasciando intendere che la gestione di cui lui è responsabile va avanti come al solito e che l’emergenza è tale da almeno sette anni. Nel caso dei Rotoli si sono dovuti fare i conti col problema di un forno crematorio che funziona a singhiozzo e del pericolo rappresentato dai crolli del costone roccioso di Monte Pellegrino: la caduta massi ha interdetto un’intera area: rendendo inaccessibili tremila posti su seimila disponibili.
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