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Costati 1,5 milioni ma fermi: inutilizzati 12 mezzi pesanti del Coime

I 12 mezzi pesanti comprati l’anno scorso e consegnati in luglio lasciati inutilizzati negli spiazzi della Fiera e del Parco Cassarà. Sono costati un milione e mezzo

PALERMO. Da quasi un anno fermi al sole, all’acqua e al gelo. Inutilizzati. Si tratta di dodici mezzi pesanti in dotazione al Coime: nuovi di zecca, costati circa 1,5 milioni ma mai entrati in funzione. Ora dal Comune dicono che la vicenda si sta risolvendo, avendo messo tutte le cose al posto giusto: fra la prossima settimana e l’altra ancora i camion saranno regolarmente su strada. Intanto, però, sono ancora un po’ alla Fiera del Mediterraneo, un po’ nel posteggio dello sfortunato Parco Cassarà, chiuso ormai da mesi per la presenza di rifiuti speciali e pericolosi — comprese numerose lastre di amianto — che potrebbero aver inquinato anche le falde acquifere. La Procura ha aperto un’inchiesta sul caso e in questi giorni si attende il deposito di una perizia. Secondo la ricostruzione dell’aggiunto Dino Petralia e del sostituto Alessandro Clemente, l’immensa area verde sarebbe stata utilizzata — prima di essere consegnata alla città come parco — come una discarica abusiva.

L’anno scorso la procedura d’acquisto di 31 mezzi fu conclusa nel quadro delle misure a favore della qualità dell’aria nelle grandi città. Erano forniture riguardanti Amat, Amg e Coime. A quest’ultimo consorzio andarono 3 autocarri con vasca ribaltabile, 8 autocarri con cassone scarrabile e 2 autocarri per il trasporto persone. Tutti a metano. Il programma complessivamente prevedeva «nove interventi» per un importo complessivo di 15,5 milioni, con un finanziamento ministeriale di 10,9 milioni e il resto variamente a carico delle aziende o degli enti che avrebbero beneficiato del rinforzo del parco macchine. Per questa «misura» dei 31 mezzi a metano il costo è stato di quasi tre milioni.

Fatto è che da luglio a oggi i mezzi in dotazione al Coime, «Coordinamento interventi manutentori edili», sono rimasti persino con il cellophane sui sedili: nemmeno aperti e messi in moto, volendo esagerare. Fermi perché non immatricolati, senza assicurazione e, essendo a metano, senza un posto in cui rifornirsi. Nel frattempo la struttura aveva subito una mezza rivoluzione, col cambio al vertice del dirigente Francesco Teriaca, diventato solo capo dell’area amministrativa del Coime. Il vertice tecnico è diventato il capo area Nicola Di Bartolomeo.

L’ingegnere Mario Scotto fa parte dell’ufficio di staff del dirigente coordinatore e si occupa proprio di questa vicenda: «Mi sono insediato appena un mese fa — mette le mani avanti —. E tuttavia abbiamo già tutte le carte in regola per mettere su strada i camion. Assicurazioni, immatricolazioni, bollo, collaudo. Manca solamente la convenzione con l’Amat per il rifornimento in via Roccazzo dalla pompa a metano». E assicura: «Dalla prossima settimana i mezzi saranno operativi».

«Bah — commenta Giulio Tantillo, di Forza Italia — credo che il Coime perda colpi, dopo i cambi al vertice e l’assenza di programmazione. È pronta una nostra interrogazione, per sapere cosa fanno gli operai e a quali mansioni e per quali interventi vengono utilizzati. Del resto, la vicenda dei camion nuovi ma fermi è esemplare».

L’assessore alla Riqualificazione e alle infrastrutture, Emilio Arcuri, sulla vicenda è lapidario: «Abbiamo fatto la rivoluzione al Coime perché pensiamo che debba essere un tecnico a guidare una struttura tecnica. Di come funziona siamo soddisfatti. Il mancato utilizzo dei mezzi nuovi è stato un’anomalia che subito mi era saltata agli occhi quando mi sono insediato e che ora stiamo recuperando».

 

 

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