PALERMO. Cinque giorni a partire da oggi. È questo il tempo a disposizione dei dipendenti delle società partecipate del Comune che vogliono presentare domanda per sfruttare l’opportunità dell’esodo incentivato.
Dopo le prime due tornate di contributi per spingere i lavoratori a lasciare il posto di lavoro anzitempo - in cambio di un contributo di 26 mila euro lordi che fino ad ora non ha fatto gola a molti, se non ad appena 127 di dipendenti (90 al primo giro e 37 al secondo, ndr) - e dopo l’approvazione del bilancio di previsione, palazzo delle Aquile riapre i termini del bando. E lo fa mettendo sul tavolo risorse per 754 mila euro. Una manovra da inquadrare in un momento assai delicato per il destino degli operai di una delle più «popolose» società partecipate del Comune, la Gesip.
Al momento, infatti, i dipendenti dell’azienda usufruiscono di una cassa integrazione che non guarda oltre il 31 dicembre. E mentre dall’amministrazione non arriva nessuna nuova sul futuro dei dipendenti - se non le parole del sindaco Orlando che, pochi giorni fa, ha dichiarato di «aver previsto nella manovra 30 milioni strutturali» -, le sigle sindacali non nascondono una certa fibrillazione e annunciano di essere pronte a scendere in piazza da un momento all’altro.
Insomma, nulla di semplice all’orizzonte. «Considerando che il 31 dicembre è ormai alle porte - esordisce Mimma Calabrò, segretario della Fisascat Cisl di Palermo e Trapani -, viene da sé capire che siamo fuori tempo massimo. Non è pensabile gestire una vertenza come quella di Gesip all’ultimo minuto e con l’acqua alla gola. Ci aspettiamo di essere convocati al più presto dall’amministrazione comunale - aggiunge -. Di certo, non siamo più disposti a confrontarci con soluzioni possibili. Pretendiamo certezze, vogliamo avere chiaro - conclude Mimma Calabrò - il quadro di riposizionamento del personale».
Stando alle ultime dichiarazioni di Orlando, rilasciate durante la presentazione del nuovo bilancio, «dal primo gennaio ci faremo carico di tutti i lavoratori Gesip» aveva detto. A disposizione ci sono 30 milioni di euro in tutto, di cui 1 servirà per dare vita alla Newco nella quale confluiranno gli operai a partire dal primo giorno del nuovo anno e i restanti 29 milioni per pagare gli stipendi. Peccato, però, che questi siano sufficienti solo per fare contratti part-time. E intanto, sembra destinato ad essere ridimensionato il piano di assorbimento degli operai nelle altre partecipate del Comune.
«In questo momento - spiega Salvo Barone, segretario provinciale Ugl Terziario -, tra Gesip spa e Gesip servizi, gli operai sono 1650 in tutto. Di questi, da qui a fine anno, 150 andranno a sostituire i dipendenti di altre partecipate che vanno in pensione. Inoltre - continua -, riteniamo che con la riapertura dei termini per l’esodo incentivato, lasceranno l’azienda altre 50 persone circa. Per altri 300, che non arriveranno mai ad avere il minimo dei contributi previdenziali o per cui sarebbe più vantaggioso non venire stabilizzati, stiamo cercando di capire se possono rientrare o meno nel bacino degli Lsu. Così facendo - aggiunge Barone -, i restanti 1200 potranno transitare nella Newco. In previsione dei pensionamenti che ci saranno entro dicembre 2017, poi, altre 400 unità troveranno posto con il turn-over». In questo modo, «30 milioni strutturali in bilancio, senza ammortizzatori sociali, diventeranno sufficienti. Allo stato attuale, però - continua -, non bastano e sarà necessario applicare contratti di solidarietà a partire dall’uno gennaio 2015. Per fare in modo che si attivi il meccanismo più conveniente, ai lavoratori dovrà essere concesso almeno l’1% delle quote societarie»: in modo, infatti, la Newco può diventare in parte privata e si potrà «attivare il meccanismo dei contratti di solidarietà di tipo A» conclude Barone.
«L’intenzione - dichiara l’assessore al Bilancio, Luciano Abbonato - è di non lasciare indietro nessuno, ma va chiarito che dobbiamo farci bastare i 29 milioni di euro stanziati in bilancio. È ancora in atto una fase di confronto sindacale - conclude - e fino al 31 dicembre non ci saranno movimenti».
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