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Procura di Palermo, nuovo allarme attentati dopo il racconto di un confidente

Un confidente avrebbe raccontato di un progetto contro la cittadella giudiziaria, possibili bersagli i pm del pool-trattativa

PALERMO. Un nuovo, misterioso allarme: il procuratore reggente, Leonardo Agueci, che fa la spola con la Procura generale, per incontrare Roberto Scarpinato, capo di quell’ufficio e responsabile della sicurezza del palazzo di giustizia e dei magistrati del distretto giudiziario di Palermo. Un segnale, un confidente che avrebbe raccontato un progetto di attentato diretto contro la cittadella giudiziaria, possibili bersagli i pm del pool sulla trattativa. Non filtra nulla, gli inquirenti tacciono, non emerge alcunché di preciso, se non che da ieri l’allarme torna ad essere altissimo e che ci sono indagini urgenti e non rinviabili in corso, il cui esito sarà condiviso con la Procura di Caltanissetta, già informata.
Tra i pm del pool c’è la memoria storica, Nino Di Matteo, profondo conoscitore del processo Stato-mafia: nei suoi confronti il piano di sicurezza è al livello massimo e nei prossimi giorni — ma la misura era già prevista, indipendentemente dal nuovo allarme di ieri — la sua scorta sarà dotata di un veicolo del tipo «Hummer», un fuoristrada utilizzato dagli eserciti tecnologicamente più avanzati e militarmente meglio attrezzati, come quelli statunitense e israeliano, ma usato anche per le scorte di politici e personalità straniere.
Da alcuni anni, nella versione Suv, l’appariscente Hummer viene usato anche dai privati, anche se, per le sue notevoli dimensioni e per la sua imponenza, è poco o per niente adatto al traffico cittadino. Quello di Di Matteo, al quale è stato sostanzialmente imposto, sarà blindato e sostituirà i fuoristrada utilizzati finora.

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