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I giudici: «Per Mineo è abituale l’inclinazione a commettere reati»

Le motivazioni della condanna a 8 anni e 2 mesi dell’ex assessore comunale, poi deputato regionale

PALERMO. Sono durissimi, i giudici: Franco Mineo manifesta una «poliedricità criminale fuori dal comune e particolarmente allarmante, trattandosi di un soggetto che, ad onta dei molteplici incarichi istituzionali rivestiti negli anni, ha manifestato abituale e generale inclinazione a delinquere ed il più completo disinteresse verso il rispetto della legalità e della res publica».
Otto anni e due mesi, gli hanno dato nel giugno scorso: e ora il presidente Piero Falcone, il giudice Gabriella Natale e il relatore Fabrizio Anfuso spiegano, in 325 pagine di motivazione, perché l’ex assessore comunale, poi deputato regionale di Forza Italia e di Grande Sud, meritava di essere riconosciuto colpevole di fittizia intestazione di beni, aggravata dall’agevolazione di Cosa nostra, e di peculato per l’uso di un’auto blu (e dell’autista) del Comune a fini personali.
Nello stesso processo la quinta sezione del tribunale, sempre accogliendo le richieste dei pm Dario Scaletta e Pierangelo Padova, ha condannato anche Angelo Galatolo, figlio di Gaetano (5 anni) e dichiarato la prescrizione per Settimo Trapani, ex presidente della settima circoscrizione, imputato di malversazione, assistito dall’avvocato Marcello Montalbano.

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