PALERMO. La quarta sezione della corte d'appello di Palermo ha ridotto le condanne inflitte dal gup Maria Pino a quattro persone accusate di tentata estorsione a due imprenditori che avevano denunciato le richieste di pizzo. I giudici hanno inflitto cinque anni ad Antonino Di Maggio (difeso dall'avvocato Giovanni La Bua) che aveva avuto otto anni e quattro mesi. È passata da sette anni a tre anni e dieci mesi la condanna a Pietro Daraia e Pietro Salamone, mentre tre anni e mezzo ha avuto Tommaso Genovese. Daraia e Genovese erano assistiti da Antonio Turrisi, mentre Salamone da Roberto D'Agostino. Secondo gli investigatori, gli imputati avrebbero chiesto 300 euro al mese a due ditte di prodotti alimentari. Le tentate estorsioni sono state compiute tra agosto e novembre del 2012.