PALERMO. L’accusa di omissione di atti d’ufficio non regge in tribunale: in fondo, se i ficus di viale delle Magnolie provocano o possono procurare danni è anche «colpa» del fatto che sono alberi storici, ipertutelati e ogni intervento deve essere ponderato, misurato, concordato fra Comune e Regione. Finito sotto processo per non avere fatto potare le magnolie secolari che si trovano sui marciapiedi di pertinenza dell’amministrazione di Palazzo delle Aquile, il dirigente comunale delle Ville e giardini, Domenico Musacchia, è stato assolto. A suo carico c’era anche un’altra presunta omissione, relativa alla mancata firma delle ordinanze che avrebbero dovuto obbligare i privati a intervenire per evitare cadute di rami e pericoli: e anche da questa contestazione l’imputato è stato scagionato. La sentenza della terza sezione del tribunale, presieduta da Vincenzina Massa, a latere Riccardo Corleo e Cristina Russo, ha accolto la tesi dell’avvocato Claudio Gallina Montana, legale del dirigente. La Procura aveva chiesto la condanna e ora valuterà se fare ricorso contro la decisione del collegio.
Erano due le ipotesi formulate nei confronti del responsabile del settore Ville e Giardini del Comune. L’indagine era nata dall’esposto di un abitante di viale delle Magnolie, ritenuta munita di fondamento dalla Procura e dal Corpo Forestale. Perché nella via che unisce viale Piemonte al viale delle Alpi ci sono quattro ficus che sorgono in terreni del Comune e 19 in aree appartenenti ai privati: per i primi, Domenico Musacchia avrebbe dovuto applicare i regolamenti sul verde pubblico e far svolgere opere di manutenzione e potatura; per i secondi si sarebbe dovuto occupare di vigilare e controllare, ingiungendolo ai proprietari, che gli storici alberi di via delle Magnolie venissero messi in sicurezza e potati, in modo da eliminare il pericolo di danni ai passanti, a persone o cose.
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