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Messicati Vitale è tornato in Italia Scarcerato per un cavillo, ora è libero

Dopo un anno di carcere a Bali, dove fu bloccato il 7 dicembre del 2012, sono scaduti i termini di custodia per il presunto boss di Villabate, che è tornato in Italia con un volo di linea

PALERMO. È arrivato in Italia da solo, con un volo di linea, e con i suoi piedi si è presentato ai carabinieri della compagnia di Misilmeri per firmare documenti e scartoffie. Le classiche camurrìe. Da qualche giorno, incredibile ma vero, l’ex latitante Antonino Messicati Vitale, arrestato esattamente un anno fa in Indonesia, è un uomo libero. Ha solo l’obbligo di dimora a Palermo, per il quale tra l’altro ha fatto ricorso chiedendo il trasferimento a Portella di Mare, frazione di Misilmeri, ma per il resto non deve (almeno per ora) nient’altro alla giustizia. E tutto per un vizio di forma. Un cavillo che ha contribuito a far scadere i termini di custodia cautelare. Nella richiesta di estradizione, fatta attraverso una rogataria, la Procura ha dimenticato infatti di tradurre in indonesiano e questo, di fatto, alla scadenza dei termini ha portato alla sua scarcerazione.


IL PM AGUECI: NESSUN RITARDO NELLA ROGATORIA DI VITALE. «Non è affatto vero, come riportano alcuni organi di stampa, che c'è stato un ritardo nei tempi di  espletamento della rogatoria per inerzia della procura in particolare nella traduzione di atti procedurali, fatta, invece, nei tempi di legge». Così il procuratore aggiunto di Palermo, Leonardo Agueci smentisce che Antonino Messicati Vitale sia stato scarcerato per un dimenticanza della procura di Palermo che ha avanzato istanza di rogatoria all'autorità giudiziaria di Bali, dove il boss si trovava. «Non c'è stata alcuna dimenticanza - ha aggiunto - la procura si è attivata tempestivamente per evitare la scarcerazione. I ritardi sono dovuti ai tempi lunghi legati al coinvolgimento di un Paese come l'Indonesia che non è nell'area Schengen». «Peraltro - conclude Agueci - la procura ha chiesto la proroga della custodia cautelare al gip che non l'ha concessa».


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