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Gran Finale al Taormina Film Festival, il giorno di Monica Bellucci: «Girerò un film a Palermo»

L’annuncio dell’amatissima diva: il set a luglio, la pellicola s’intitolerà «Kettice», sarà diretta da Giovanni Tortorici e prodotta da Luca Guadagnino

Guy de Maupassant scrisse che a Taormina «si trova tutto ciò che sembra fatto sulla terra per sedurre gli occhi, lo spirito, l’immaginazione». Chissà cosa avrebbe aggiunto se l’avesse vista impregnata del magnetismo di Monica Bellucci, ospite finale del TaoFilmFestival, mano nella mano con Tim Burton, regista dall’immaginario dark.

«A luglio – annuncia – inizierò a girare un film a Palermo diretto da Giovanni Tortorici, prodotto da Luca Guadagnino: si intitola “Kettice”. Di più non posso dire». Comunica Monica. Abituata ai set internazionali, venerata in Francia e negli Usa, Bellucci incarna oggi come poche il concetto di diva. Anche superato il muro del suono dei 60 anni. Anche tenendosi lontana dal bisturi, o forse proprio per quello.

«Diva io? No. Mi sento una persona fortunata a poter continuare a lavorare, imparare, creare. Questo mestiere dà forma alla mia creatività».

Al TFF ha celebrato i 25 anni di «Malèna» di Giuseppe Tornatore. Lei, giovane vedova oggetto del desiderio, al centro della scena. Tornatore l’aveva conosciuta sul set dello spot del primo profumo Dolce&Gabbana (anche ieri, al Teatro Antico, indossava un loro abito in pizzo nero): «Malèna è attualissimo: racconta una donna sola in un mondo di uomini. Tornatore mi disse che, se il progetto di quel lavoro fosse andato in porto, mi avrebbe chiamata. Lo fece anni dopo, mentre ero sul set di “Under Suspicion” in Portorico. E mi aprì le porte al successo internazionale».

E poi, la Sicilia: «Mi accolse con affetto. Questa terra è fonte d’ispirazione per il grande cinema. Senza la Sicilia, avremmo avuto meno cinema». Sempre in viaggio, set, passerelle, Bellucci oggi ammette: «Diventare madre ha cambiato le mie priorità. Avevo bisogno di qualcosa di più profondo. L’amore cambia, noi cambiamo. Da madre, tutto prende un altro ordine».

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