Ispirato a un fatto vero, avvenuto nella Sicilia anni Sessanta, arriva in sala dall’8 marzo con Europictures PRIMADONNA, sorprendente opera prima di Marta Savina. Di scena il racconto romanzato della storia di Franca Viola che nel 1966 rifiutò il matrimonio riparatore, previsto dalle leggi dell’epoca dopo la cosiddetta fuitina, contestando al suo rapitore e stupratore di essere stata consenziente. Bisognerà attendere però il 1981 perché il ‘matrimonio riparatorè, che estingueva il reato di stupro, venga definitivamente cancellato dal codice penale.
Girato in siciliano stretto (con tanto di sottotitoli) il film, già al London Film Festival e ad Alice nella Città (dove ha vinto il Concorso Panorama Italia), racconta appunto di Lia Crimi (Claudia Gusmano), ventun anni, una ragazza semplice e solida che ama dissodare i campi col padre (Fabrizio Ferracane) e ha una sola debolezza: una simpatia per Lorenzo Musicò (Dario Aita), figlio del boss locale. Quando Lorenzo, però, la rapisce e la violenta, seguendo il collaudato rituale della ‘fuitinà, lei non ci sta e lo denuncia ai carabinieri. Da qui iniziano per Lia e la sua famiglia l’inferno del tribunale e la persecuzione da parte di mafiosi e paesani.
Prodotto da Capri Entertainment con Italia Francia con Medset Film, in associazione con Tenderstories, in collaborazione con Rai Cinema, Vision Distribution e Sky, il film, spiega la regista, «è soprattutto una storia di autodeterminazione femminile. Rispetto alla storia originale certo - aggiunge - è stata fatta un’operazione di lungo rimpasto tanto da far perdere i confini iniziali».
E ancora Marta Savina, già autrice sullo stesso tema di un corto pluripremiato VIOLA, FRANCA (2017): «Sono partita dall’idea che gli esseri umani sbaglino, al di là del fatto di essere uomo e donna. Non c’è in questo film il vero cattivo. Lo stesso Lorenzo - continua la regista - non è un vero antagonista. Il fatto che si ritrovi a fare cose atroci non dipende neppure da lui. Per lui è normale, solo quando si ritrova in tribunale capisce forse di aver sbagliato».
Spiega invece la bravissima Claudia Giusmano (La mafia uccide solo d’estate, Guida astrologica per cuori infranti): «Il mio è un personaggio contemporaneo nel quale mi sono completamente immedesimata. Non sono così andata indietro nel tempo, ho raccontato invece Lia come una donna moderna, una donna coraggiosa, una ragazza incosciente che ha subito un’ingiustizia enorme. PRIMADONNA è un film, forse, più per gli uomini che per le donne, perché noi donne conosciamo già tutto quello che la protagonista prova. Lei e il suo stupratore sono poi entrambi vittime, in modo diverso, della società in cui vivono, perché se non sei abbastanza uomo, come nel caso di Lorenzo, vieni comunque giudicato».
Nel cast del film anche Paolo Pierobon, Francesco Colella, Manuela Ventura, Angelo Faraci e Thony.
Liberi di scegliere a Cinisi
S’intitola “Liberi di scegliere” il pomeriggio che alle 16.30 di mercoledì 8 marzo al Cinema Alba, in corso Umberto 1, a Cinisi, animerà il dibattito ispirato dal film “Primadonna”, primo lungometraggio diretto da Marta Savina ispirato alla storia di Franca Viola, che arriva nelle sale cinematografiche proprio nella giornata dedicata all’universo femminile.
Un’iniziativa voluta dall’Inner Wheel Club Terrae Sinus in collaborazione con il Kiwanis Club Palermo Cibele e il Comune di Cinisi.
A introdurre il film con i loro saluti istituzionali saranno: Gianni Palazzolo, sindaco di Cinisi; Tina Iacopelli Thomsen, presidente dell’Inner Wheel Club Terrae Sinus; Silvana Giacone, presidente del Kiwanis Club Palermo Cibele.
Dopo la visione del film si aprirà la conferenza, moderata dal giornalista Giuseppe Maniscalchi, alla quale interverranno: l’avvocato Sabrina Di Pasquali Varia; la biologa ed ex deputato Ars, Francesca Messana; Luisa Impastato, presidente dell’associazione “Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato”; Francesco Seminara, presidente dell’associazione “Noi Uomini a Palermo contro la Violenza sulle Donne”; la docente Anna Maria De Blasi, coordinatrice per la provincia di Trapani della “Rete Civica della Salute”.
Un pomeriggio di ampia riflessione ispirato da una storia che si consuma nella Sicilia degli anni’60, rappresentando un momento fondamentale per la lotta di emancipazione delle donne in Italia grazie al coraggio di una ragazza che si ribella alla prepotenza e al “si è sempre fatto così”.
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