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Cervino CineMountain, il miglior film italiano è "Lassù" ed è ambientato a Palermo

Il regista Bartolomeo Pampaloni

Il Cervino CineMountain è il festival del cinema di montagna più alto del mondo. Un Festival Internazionale che assegna gli ‘’Oscar’' di settore. Quest’anno come miglior film italiano è stato premiato ‘’Lassù’’ di Bartolomeo Pampaloni. Un documentario di 80 minuti realizzato in un arco temporale di sei anni e con una troupe ridotta, (regia, fotografia, montaggio e sceneggiatura ad opera dello stesso Pampaloni) il film racconta la storia di un eremita creatore di bellezza, Nino, muratore semianalfabeta che, folgorato alcuni anni prima da un potente sentimento religioso, si ritira sul Monte Gallo vicino Palermo, lontano dalla città caotica e priva di spiritualità.

Così, l’anziano protagonista divenuto eremita e profeta, trasforma un vecchio osservatorio in un tempio decorato a mano, vero e proprio monumento contemporaneo di arte naïf. Nino si faceva chiamare Isravele, nome che il regista ha poi spiegato che deve essere letto al contrario per capirne il senso.

‘’Nasce tutto - dice Pampaloni al portale di Cinecittà - dalla grande fascinazione che hanno esercitato su di me le opere di questo eremita-artista, viste in un cortometraggio quando frequentavo il Centro Sperimentale a Roma, un film del CSC di Palermo – sezione Documentari, in cui veniva mostrata un po’ dell’imponente opera di questi mosaici naïf. Io sono sempre stato affascinato dagli outsider artist, dalle persone che fanno arte senza averne avuto una formazione ma la maggior parte sono persone dei primi del ‘900’’.
Il giovane regista toscano ha definito il titolo del suo lungometraggio, un termine dal doppio senso: lassù, un luogo in cui si vede tutta Palermo ma anche l’orizzonte del suo protagonista, che non vive per gli uomini, per farsi riconoscere dal mondo, ma come agente di una missione che lo trascende.
Pampaloni ha sempre raccontato che il film è stato dettato e trasformato dalla sua fascinazione per la vistosa montagna e per la visione del più grande abuso edilizio d’Italia, quello del vecchio osservatorio trasformato in tempio, con di fronte il Pizzo Sella, che i palermitani chiamano ‘la collina del disonore’, parte del Sacco di Palermo di Ciancimino negli Anni ’70, ovvero 150 villette in cemento armato in una zona parco naturale, mai terminate e rimaste lì come scheletri.
’'Sono anni che la montagna mi chiama. Io non vengo dalla montagna, sono toscano. Non avevo però mai pensato alla montagna come luogo di cinema, ma da lungo tempo mi porto dentro questo richiamo’’’.

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