Al telefono risponde sottovoce: guai a svegliare Edoardo, tre mesi il giorno di Santo Stefano, che dorme. Arriva in soccorso il papà, il calciatore del Genoa Federico Marchetti, e l’intervista con l’attrice palermitana Lorena Cacciatore può iniziare. Parla la mamma prima dell’attrice: «Edoardo è una meraviglia, lo abbiamo stravoluto e stra-desiderato. Però quando nasce un bambino nasce anche una mamma e all’inizio è stato un incubo, non sapevo cosa fare. Adesso, per fortuna, mi sono adattata ai suoi ritmi. E io, che ho lasciato Palermo a vent’anni, ho richiamato la mia famiglia, con me prima a Pavia, dove è nato Edoardo, e adesso a Genova». Perché dovete sapere che la moglie di un calciatore è un po’ apolide: «Bisogna attendere l’esito del calciomercato, succede così ogni anno. Abbiamo saputo che la nostra destinazione sarebbe stata Genova solo a fine agosto e quindi abbiamo preferito stabilirci in albergo a Pavia, dove vive il mio ginecologo, in attesa del parto di settembre. I miei genitori hanno sempre viaggiato poco e mai erano stati così tanto tempo lontano da Palermo: li ho trascinati a Genova, Pavia, Arenzano, Roma». Ritorna l’attrice che dal primo gennaio sarà in sala nel nuovo film di Pio e Amedeo, diretto da Gennaro Nunziante, «Belli ciao», presentato ieri alla stampa. Ogni città ha i suoi stereotipi. E se Palermo non si scrolla di dosso la mafia, Milano è tutto un “top” di qui, un «adoooro» di lì, un «figa» di là. Lorena è Elettra (o… Elettrica), una influencer salutista, con migliaia di follower tanti quanti sandali con zeppone e tacco 12, una che va sempre «live», armata di telefonino, e che fa coppia con un tipo del Sud che ha fatto carriera a Milano e, manco a dirlo, ha una modesta dimora al Bosco Verticale. Il Pio (l’articolo è d’obbligo), genio della finanza arrivato dalla Puglia, è diventato (in apparenza) il tipico «lavoro, guadagno, pago, pretendo», ma non tutto andrà per il verso giusto. L’altra metà della coppia di amici è Amedeo, senza l’articolo perché è rimasto al Sud: non è diventato medico come avrebbe voluto, ma gestisce una sanitaria. Racconta Lorena: «Sono un Alfonso Signorini al femminile con tutti gli “adoooro” che ripeto. Per prepararmi ho studiato tutte le influencer possibili e mi sono divertita a farne, volutamente, una caricatura. Il film lo abbiamo girato in due tranche, una prima a settembre dello scorso anno e un’altra a maggio 2021 quando io ero già al sesto mese e, per nascondere la pancia mi hanno fatto indossare abiti larghi. A marzo aveva partorito pure la Ferragni e io, con buona pace dei miei insegnati all’Accademia Silvio D’Amico che mi facevano interpretare lady Macbeth, la “studiavo”. Da Shakespeare alla Ferragni può essere un attimo». Ride. Partire o restare è il filo conduttore del film: lei non ha dubbi: «Partire, mai un ripensamento. La lontananza mi ha anche fatto ritrovare Palermo: prima la detestavo, ora la porto dentro. E invito il Teatro Biondo a ricordarsi di me…». Con un marito calciatore, secondo voi, Lorena bazzica gli stadi? «Prima di Edoardo sì, andavo, tifavo, litigavo…». Ora c’è un sogno, quello di lavorare con Sorrentino: «Ho sostenuto un provino per È stata la mano di Dio e, alla fine, il regista mi ha chiesto se avessi figli. Era giugno dell’anno scorso, gli risposi di no. Mi domandò allora se ne volessi e dissi di sì, perché i figli sono importanti. Non superai il provino - Sorrentino cercava una faccia diversa dalla mia - ma la sua espressione mi fece capire che apprezzò quella affermazione. Adesso che ho avuto Edoardo, riprendo la partita professionale. In questo mestiere devi sempre rimetterti in gioco».