Sirigu scavalca tutti e diventa il favorito per difendere la porta del Palermo. Per il classe 1987 si tratterebbe di un clamoroso ritorno in Sicilia, visto che la sua carriera era praticamente iniziata con le tinte rosanero addosso. Ma andiamo con ordine. Il serio infortunio accorso a Gomis durante la partita contro il Brescia, lesione del tendine rotuleo, ha costretto la società di viale del Fante - anche in virtù del fatto che anche il terzo portiere Di Bartolo è anche lui ai box - ad adoperarsi per trovare in fratta un nuovo portiere. Diverse le piste che sono state vagliate dal ds De Sanctis: tutti profili di grande spessore ed esperienza, da Costil fino ad arrivare a Consigli e Kastrati. Inizialmente il francese sembrava essere in pole, ma nelle ultime ore Sirigu ha in qualche modo scalzato tutti.
È una sorta di storia d’amore quella tra il portiere sardo e la Sicilia, un idillio nato nel 2005, quando il portiere all’epoca giovanissimo arrivò dal Venezia. Quel Palermo era in Serie A e il diciottenne Sirigu fu mandato a giocare per due anni nella formazione Primavera, prima di essere mandato in prestito alla Cremonese e poi all’Ancona. Ma l’episodio che avrebbe cambiato la carriera era dietro l’angolo. Nella stagione 2009/10 il Palermo di Zamparini decide di affidare la panchina rosanero a Walter Zenga (indimenticabile la sua conferenza stampa in cui parlò di scudetto) e fu proprio l’«Uomo ragno» a lanciare a sorpresa Sirigu. Sì perché il titolare di quella squadra era il brasiliano Rubinho che, dopo un avvio così così, fu messo in panchina per far spazio proprio al portiere nativo di Nuoro, alla sesta giornata. Prestazione super e conferma del posto nell’undici titolare per tutta la stagione. Campionato nel quale i rosanero sfiorarono la Champions League, ma con Delio Rossi in panchina che subentrò proprio a Zenga.
Nella stagione seguente, altro anno «storico» per il Palermo che raggiunse la finale di Coppa Italia contro l’Inter, persa in uno stadio Olimpico a tinte rosanero. Quella estate l’addio, con il passaggio di Sirigu al Paris Saint-Germain, club con il quale ha avuto la possibilità di vincere vari trofei, per esattezza 13 (4 Ligue 1, due Coppe di Francia, 4 Supercoppe francesi e 3 Coppe di Lega francesi). Poi i prestiti a Siviglia e Osasuna e il successivo ritorno in Italia con la maglia del Torino fino al 2021, Genoa, Napoli (dove ha vinto lo scudetto con Spalletti in panchina) e infine Nizza, Fiorentina e i turchi del Fatih Karagumruk, società dalla quale si è svincolato lo scorso 30 giugno. In mezzo la vittoria dell’Europeo con gli azzurri di Mancini (28 presenze totali nella Nazionale maggiore). E adesso tutto potrebbe riprendere da dove era iniziato: quel Palermo era imbottito di campioni (c’era anche Migliaccio, oggi in rosa come strettissimo collaboratore del ds De Sanctis), questo cerca di tornare il prima possibile a quei livelli.
Sirigu, tra l’altro, non verrebbe nemmeno inserito nella lista «bandiera», considerato che non vi è continuità tra il vecchio Palermo e questo Palermo, pertanto l’estremo difensore andrebbe nella lista A sostituendo l’infortunato Gomis, senza occupare un ulteriore posto. Ciò è possibile perché da regolamento «le società possono sostituire in qualsiasi momento nelle liste A e bandiera un portiere con un altro portiere, nonché integrare le summenzionate liste con un portiere». In questo modo il Palermo continuerebbe ad avere, senza considerare i partenti Graves e Broh , due posti liberi nella lista «Over».
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