Il Palermo aspetta i gol di Brunori e Le Douaron
La loro staffetta è una delle più avvincenti in Serie B, sia perché mette in difficoltà Inzaghi sulla scelta di chi mandare in campo dall’inizio sia perché le loro caratteristiche portano il Palermo a giocare in un modo piuttosto che in un altro. L’aspetto ancora da valorizzare è quello realizzativo: al momento Brunori e Le Douaron hanno segnato appena un gol in due, ma se i loro numeri dovessero crescere la macchina rosanero diventerebbe pressoché perfetta. La loro collocazione tattica in queste prime partite non ha aiutato. Il 3-4-2-1 di Superpippo non è riuscito finora a valorizzare i trequartisti alla pari di Pohjanpalo, che da prima punta ha già gonfiato la rete quattro volte. Allo stesso modo il 3-5-2, utilizzato con il Venezia per 90’ e con lo Spezia in fase di non possesso, mostra ancora qualche lacuna nei collegamenti tra centrocampo e attacco. Il lavoro di Brunori e Le Douaron per la squadra è comunque notevole: il capitano è una spina nel fianco costante a sinistra e molto abile nel creare superiorità numerica, il francese è pericoloso sui calci piazzati e ha già a referto due assist, entrambi per Pohjanpalo contro Südtirol e Spezia ed entrambi con una spizzata per mettere il compagno in condizione di fare centro. Inzaghi al momento è riuscito a trovare un equilibrio che permetta a tutti e due di essere incisivi sul piano tattico. Brunori viene impiegato titolare soprattutto nelle gare casalinghe, dove il Palermo (tolta la prestazione incolore con il Venezia) agisce in costante proiezione offensiva ma tende a operare più sulle fasce che centralmente; Le Douaron invece è partito dall’inizio nei tre impegni in trasferta (cinque se si aggiungono i due di Coppa Italia), con il compito di spezzare in due le difese avversarie con la sua velocità in contropiede. Ad oggi la bilancia pende leggermente a favore del francese, che oltre a essersi già sbloccato vanta più minuti del capitano (326’ contro 297’), più palloni giocati (147 contro 112) e più tiri (11 contro 9, 6 contro 2 quelli in porta), mentre il numero 9 va meglio nella gestione dei passaggi (54 riusciti e 11 sbagliati contro i 50 riusciti e 27 sbagliati del compagno). L’attuale nemesi di Brunori è il fuorigioco: per due volte è stato sorpreso alle spalle della linea difensiva avversaria, ma in entrambi i casi aveva fatto gol. Il digiuno tuttavia non è preoccupante: Inzaghi si fida di lui e anche quando lo lascia fuori per tutta la partita, come avvenuto con Südtirol e Spezia, la consapevolezza sull’importanza del suo capitano non viene mai meno. Il prossimo step per il tecnico sarà mettere entrambi nelle migliori condizioni possibili per segnare. La mossa di affiancarli a Pohjanpalo per il momento non ha pagato, ma molto dipende dal lavoro dei centrocampisti e dalla loro capacità di assistere il reparto avanzato: in questo senso il rientro di Ranocchia da un lato e il posizionamento di Palumbo dall’altro (al Picco agiva da mezzala in fase di non possesso) possono dare un aiuto importante, purché il principale riferimento offensivo rimanga sempre il finlandese, che in rosanero sta viaggiando a un ritmo mostruoso di 13 gol in 21 partite. Sia Brunori che Le Douaron, inoltre, sono abituati a venire fuori alla distanza. Emblematico quanto avvenuto nella scorsa stagione: fino a metà dicembre avevano segnato una sola rete (il numero 9 a settembre contro la Juve Stabia), da lì in poi ne hanno realizzate 14 (otto il capitano, sei l’ex Brest). Il bomber di Macaè del resto ha costruito le proprie fortune a Palermo nei gironi di ritorno, ma stavolta dovrà farlo con un ruolo di «secondo violino» e in un contesto dove tutti i componenti del reparto avanzato sono potenziali titolari.