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Palermo, il puzzle è chiuso. Adesso tocca a Inzaghi

Il Palermo al lavoro a Chatillon (Foto Tullio Puglia)
Il Palermo al lavoro a Chatillon (Foto Tullio Puglia)

Il mosaico era già a buon punto, le ultime tessere lo hanno arricchito e ora spetta a Inzaghi il compito di trovare la migliore conformazione. L’allenatore sta plasmando il Palermo che verrà in questi giorni di ritiro, rivelatisi più utili del previsto. Diverse idee iniziali sono cambiate con il passare degli allenamenti e, adesso, i rosanero possono contare su alcune certezze su cui costruire tutto il resto. Il nuovo tecnico ha pensato innanzitutto al «vestito» tattico. Ha preferito iniziare testando il sistema di gioco già utilizzato dal Palermo nella seconda parte della scorsa stagione e nella sua vincente esperienza a Pisa: il 3-4-2-1. Dopo pochi giorni, però, Inzaghi ha cominciato a lavorare anche sul 3-5-2, che sembra essere diventato l’impianto di riferimento, almeno in questa fase. La base sarà la difesa a tre, poi si varierà.

Le certezze di Inzaghi si fondano su una difesa solida: è sempre stata questa l’impostazione voluta dall’allenatore in tutte le sue esperienze precedenti. L’arrivo di Bani blinda il reparto. L’ex Genoa, insieme a Magnani e Ceccaroni, forma un trio che vanta complessivamente 346 presenze in Serie A, con caratteristiche tecniche e fisiche complementari. Resta da capire quale sarà la collocazione tattica del nuovo arrivato: potrebbe agire al centro della difesa, con Magnani spostato sul centrodestra, oppure essere impiegato proprio come braccetto di destra. Poi c’è Peda, che si può considerare il primo ricambio, Diakité nel ruolo di braccetto destro e dal mercato arriverà anche un vice Ceccaroni.

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