
Una sala gremita a Torretta, il volto sorridente di Pippo Inzaghi e una nuova stagione da costruire. Il Palermo apre un nuovo capitolo affidandosi a un tecnico che ha fame, esperienza e una missione chiara: restituire alla squadra un’identità precisa e riportarla a competere stabilmente ai piani alti.
La società punta su un profilo determinato e ambizioso, consapevole che in una piazza come Palermo nulla si improvvisa e tutto passa dalla credibilità, dentro e fuori dal campo. Dopo la separazione consensuale dal Pisa, il tecnico piacentino riparte da una piazza che non concede mezze misure.
A Palermo il calcio è appartenenza, identità, pressione, ma anche riscatto. Inzaghi ha accettato la sfida con il carisma di chi ha conosciuto la gloria da calciatore e ora cerca la consacrazione definitiva in una grande piazza da allenatore. Tocca a lui ricostruire un’identità forte, dare forma a una squadra che sappia emozionare e riconnettersi al cuore pulsante della città.
Il progetto parte con basi solide. Accanto a lui il direttore sportivo Carlo Osti, che lo ha voluto per la sua mentalità vincente. Ad assistere in prima fila alla conferenza anche lo stato maggiore rosanero: il presidente Mirri e l’amministratore delegato Gardini.
Fin dalle prime parole, il nuovo allenatore lascia trasparire convinzione e senso di responsabilità: «Sono molto fiero e onorato di essere qui – ha detto –. Voglio ringraziare Pisa, dove ho lasciato una tifoseria straordinaria che mi ha dato tanto. Ho capito che qualcosa non andava nel verso giusto e così io e la società abbiamo preso questa decisione. Quando è arrivata questa occasione mi si è riacceso l’entusiasmo».
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