Quella che arriva potrebbe essere la settimana che getta le fondamenta sul nuovo Palermo che stavolta avrà davvero un solo obiettivo: la promozione diretta. Non fosse così, non si spiegherebbe la virata su un allenatore - Pippo Inzaghi - che è un manifesto della concretezza, anche a scapito (a volte) del calcio champagne. Di cui, francamente, non frega più niente a nessuno dopo gli ultimi tre anni di fiele. Perché, vivaddio, l’unica cosa che vogliono i tifosi è la promozione. E in Serie A, come insegna la storia degli ultimi campionati, ci si va o con una squadra fuori categoria (vedi Sassuolo quest’anno) o con allenatori pragmatici che conoscono la categoria e sanno tirare il meglio da quello che hanno.
Qui si sconfina in un altro ambito, ovvero nella consistenza dell’organico. Senza volere fare paragoni per evitare pernacchie, la parabola del Psg neo campione d’Europa deve però insegnare qualcosa. I parigini per oltre un decennio hanno buttato soldi apparecchiando la loro tavola per campioni strapagati. Ma una Champions non l’hanno mai vinta. Cosa che è successa quando Luis Enrique ha convinto la proprietà a cambiare visione.
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