
D ecidere una volta per tutte se essere dottor Jekyll, come a Catanzaro, o mister Hyde, come contro il Südtirol: con i play-off alle porte, ma ancora tutt’altro che agguantati, il Palermo non può più permettersi un atteggiamento così discontinuo e a Cesena deve necessariamente andare a caccia della vittoria per rimanere in scia della Juve Stabia, al momento quinta ma distante 5 punti.
La gara con gli altoatesini ha messo in mostra una volta di più le due facce dei rosa, quella bellissima in occasione dell’1-0 di Ceccaroni e quella horror del secondo tempo, prima con il rientro molle dagli spogliatoi costato l’1-1 e poi con il folle retropassaggio di Blin da cui è nato il rigore dell’1-2: il flop delle avversarie per la corsa agli spareggi ha attutito il dolore della sconfitta, ma in una fase di campionato in cui serve tenere alto il livello una prestazione del genere è un gigantesco campanello d’allarme.
Con appena tre giorni di stacco tra una partita e l’altra lo spazio per calcoli e analisi è ridotto al minimo: al Manuzzi serviranno quella concretezza che contro il Südtirol è mancata (anche per colpa della traversa, che ha stoppato prima Lund e poi Le Douaron), ma soprattutto quell’attenzione a non ripetere gli stessi errori.
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