Non c’è due senza tre? Non è un proverbio per il Palermo che non sa proprio come si vincono tre partite di fila. Anzi, giusto per rinverdire una tradizione e per dare una coltellata ai tifosi, perde anche con un gol nei minuti finali.
È successo a Bari, alla fine di una partita brutta in cui il Palermo ha fatto poco per vincere ma in cui recrimina per un episodio molto dubbio al 38’ del primo tempo che l’arbitro Bonacina e il Var (Pairetto) hanno assolto con troppa sufficienza.
Doveva essere l’occasione per mettere fuori causa una diretta concorrente per i play-off e per dare continuità alla splendida vittoria con la capolista Sassulo (che seguiva a quella con la Salernitana), invece s’è trasformata nell’ennesima beffa di questa stagione.
E il libro sul tema ha già quasi tutte le pagine piene, perché il gol di Simic a un minuto dal 90’ fa pendant con la tutta la caterva presa da inizio campionato in quella che una volta tutti chiamavano zona Cesarini.
Una sconfitta che brucia, che consente al Bari di tornare a -1 dai rosanero (ancora settimi in attesa del Cesena) e che manda in secondo piano anche il gol di Pohjanpalo, il nono in nove partite. Un gol che aveva messo una pezza alla partenza horror del Palermo che dopo 6’ era già sotto a causa della solita nefandezza in fase di costruzione.
A segnalarsi stavolta Ranocchia che s’è fatto borseggiare una palla in area, regalando di fatto il gol a Maggiore. Sarebbe potuta essere una mazzata per il Palermo che, invece, l’ha rimessa in piedi dopo una decina di minuti e sempre con il suo bomber arrivato dalla Finlandia. Se Archimede diceva «datemi una leva e vi solleverò il mondo», Pohjanpalo da quando è in Sicilia ribatte dicendo «datemi un pallone e io segno».
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