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Palermo, la difesa alla prova più dura

La capolista ha un attacco atomico, già 67 i gol segnati. Magnani e soci stavolta non possono sbagliare niente

Magnani anticipa Cerri (Foto Tullio Puglia)
Magnani anticipa Cerri (Foto Tullio Puglia)

Per fermare il miglior attacco della categoria ci vuole una prestazione difensiva ai limiti della perfezione, lasciandosi alle spalle le amnesie precedenti e puntando sulle qualità tecniche e sul carisma dei singoli: in questa stagione solo due squadre (Spezia e Sampdoria) hanno tenuto il Sassuolo a zero gol, ma il Palermo sa di avere uomini e mezzi per rendere meno incisivo possibile l’attacco di Grosso. All’andata sono stati due errori individuali a regalare ai neroverdi la vittoria, adesso però i rosa hanno registrato diversamente la retroguardia con l’arrivo di Magnani e, grazie alla vena realizzativa di Brunori e Pohjanpalo, possono guardare con fiducia alla gara anche se il Sassuolo dovesse andare a segno.

Il numero 24 ha esordito in massima serie proprio con i neroverdi nel 2018, dopo le esperienze in C al Siracusa e in B al Perugia: adesso ha impiegato pochissime partite per diventare il leader del reparto arretrato del Palermo, mettendo a disposizione dei compagni quel carisma e quelle letture difensive che Nikolaou non ha garantito. Anche l’ex Verona con la Cremonese è incappato in una giornata no, ma a Salerno ha tenuto botta in maniera più che discreta contro due clienti davvero ostici come Cerri e Raimondo: adesso gli toccherà uno tra Mulattieri e Moro, punte di diamante di una squadra che in 31 partite ha realizzato 67 gol (2,16 di media).

Altrettanto importante sarà il lavoro degli altri componenti della difesa rosanero. Laurienté (14 gol e 5 assist) e Berardi (5 gol e 12 assist) rappresentano il meglio che la Serie B ha da offrire in termini di qualità offensiva: per Baniya e Ceccaroni sarà fondamentale trovare le giuste contromisure per limitarli, fermo restando che senza l’apporto giusto degli esterni a tutta fascia e della mediana la loro missione si rivelerà estremamente complicata.

All’andata il Palermo non sfigurò affatto al Mapei Stadium e pur tornando a casa con due gol sul groppone se la giocò alla pari con il Sassuolo per larghi tratti della gara: a condannare Dionisi furono in quel caso l’errore in costruzione di Desplanches sull’1-0 (marcatore Laurienté) e il fallo di mano di Segre da cui scaturì il 2-1 di Pierini su punizione. Adesso i rosa possono contare nel loro arsenale su tre pezzi da novanta come Audero, Magnani e Pohjanpalo, ma anche sul supporto del Barbera che nonostante la freddezza nei confronti del tecnico tende sempre a scaldarsi nei momenti clou: domenica si dovrebbero superare le 20 mila presenze, ma se Brunori e compagni dovessero fare lo sgambetto alla capolista e accorciare ulteriormente sulle posizioni più nobili dei play-off non è da escludere che l’ambiente trovi ancora più carica in vista del gran finale.

Per compiere un simile balzo però sarà fondamentale registrare la difesa, che nelle ultime tre partite ha concesso 5 reti e che contro il Sassuolo rischia di arrivare per la seconda volta in stagione a una striscia di quattro gare consecutive con almeno un gol al passivo (in precedenza era capitato contro Reggiana, Pisa, Spezia e Mantova): l’avversario è il più scomodo che potesse capitare, ma per candidarsi alla Serie A è in momenti come questo che bisogna tirare fuori il meglio.

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