C’è qualcosa da cui ripartire. E non sono le sostituzioni e le parole

Ripartire dal primo tempo con la Salernitana è un obbligo per il Palermo, soprattutto dopo il ritorno nel perimetro play-off. Si può dire tutto e il contrario sulla vittoria dell’Arechi, ma resta il fatto che i rosanero non avevano mai giocato un tempo intero con tanta convinzione e anche concretezza in questo campionato. Dunque, è da lì che bisogna ricominciare domenica prossima contro il Sassuolo che si presenterà al Barbera con 30 (!) punti in più e con la possibilità di giocarsi il primo match-point per la A. Se il Palermo riporterà quel primo tempo dell’Arechi in tutti (o quasi) i novanta minuti, c’è speranza di rovinare le festa degli emiliani, altrimenti il destino è scritto come in uno di quei film con la trama scontata. E lo stesso avverrà nei play-off se dovessero essere acciuffati.

Che non si riesca a sorridere appieno nemmeno dopo una vittoria in trasferta, comunque non sorprende. E non deve stupirsi certo Dionisi se è così, perché il campionato del Palermo fin qui è stato deprimente e non può bastare una vittoria con la Salernitana per rimettere le cose a posto. I commenti sui social sono stati acidi, soprattutto contro il tecnico che fa di tutto per attirarsi le antipatie dei tifosi.

Il calcio prima di tutto è tecnica, poi tanto altro ancora. E nel mazzo va messa anche la comunicazione. L’uso che ne fa Dionisi è simile a un boomerang. Nel post partita con la Salernitana, invece, di imbonirsi i tifosi in vista del Sassuolo, il tecnico s’è tirato fuori concetti che sono stati un assist per i polpastrelli di chi non perde occasione per dire la sua sulla rete. Le «due settimane di chiacchiere» unite a «non siamo il Sassuolo o il Real Madrid» e a quei «quindici minuti» che hanno «stravolto il pensiero sulla squadra» non hanno fatto altro che alimentare l’antipatia diffusa per il tecnico che forse non ha capito che l’aria (per lui) non è cambiata nemmeno dopo questa vittoria con la Salernitana. Se a tutto questo si unisce anche la gestione dei cambi (e non è la prima volta), ecco che il quadro assume toni grotteschi. Soprattutto dopo una vittoria.