
Una centralità che cresce partita dopo partita, un tabù da sfatare e una spia che si accende sulle prossime partite: tra i trascinatori del Palermo a febbraio c’è anche Verre, che dopo i numeri eccellenti delle ultime gare sarà chiamato a dare il proprio contributo anche nel finale di stagione; la sua qualità ha aiutato i rosa a rompere l’equilibrio sia con il Mantova (gol) sia con il Cosenza (assist), ma il timore è che se dovesse abbassare i giri del motore finirebbero per risentirne anche i suoi compagni.
L’annata del numero 26 non era iniziata sotto i migliori auspici: prima una condizione trovata con un po’ di fatica dopo un luglio da svincolato e l’approdo a Palermo a ridosso di Ferragosto, poi una serie di modifiche tattiche che non gli hanno permesso di trovare continuità in campo. Il suo impiego nell’undici titolare sta trovando stabilità solo nelle ultime settimane: è da trequartista che Verre riesce a rendere di più, facendo da raccordo tra centrocampo e attacco e senza avere compiti necessariamente difensivi. Contro il Mantova ha chiuso un gran contropiede con un destro sotto l’incrocio, contro il Cosenza si è messo a disposizione dei compagni trovando il cross per l’1-0 di Pierozzi nel primo tempo e il lancio in profondità per il 3-0 di Pohjanpalo nel secondo: ai rosa serviva come il pane qualcuno capace di trovare precisione nell’ultimo passaggio e sotto quest’aspetto l’ex Sampdoria sembra fare pienamente al caso di Dionisi.
Ci sono due aspetti però in cui il gioco di Verre può migliorare ancora. Il primo riguarda l’autonomia nelle giocate: il numero 26 continua ad accendersi a sprazzi, faticando a trovare i meccanismi giusti in alcune fasi della partita e facendo alle volte scelte troppo frettolose. Al San Vito-Marulla ha sbagliato un paio di passaggi che potevano scatenare i compagni in contropiede, mentre con Micai fuori dai pali non ha resistito alla tentazione di beffarlo da centrocampo provando a replicare la magia contro il Frosinone di due anni fa: non ci è andato lontanissimo, ma vicino a lui Pohjanpalo che poteva essere lanciato a rete non ha apprezzato; poco male, perché pochi minuti dopo la connessione tra Verre e il finlandese ha funzionato e il Palermo ha trovato il gol che ha chiuso la partita. Il tabù dell’ex Sampdoria riguarda il fatto che non ha mai finito una gara, sostituito in tutte e 12 le occasioni in cui è sceso in campo dal primo minuto; nelle prossime uscite proverà a convincere Dionisi a lasciarlo sul terreno di gioco fino alla fine, ma è chiaro che molto dipenderà dall’andamento delle partite e dall’eventuale necessità di ricorrere a forze fresche nella sua zona di competenza.
Un altro aspetto cui Verre dovrà prestare massima attenzione da qui a fine campionato è la gestione disciplinare, che nelle ultime due gare ha tradito altri giocatori: il numero 26 ha infatti ricevuto quattro cartellini gialli finora, se ne arrivasse un altro scatterebbe la squalifica. Un’eventuale assenza metterebbe in difficoltà il tecnico, visto che non ci sono altri giocatori con le sue caratteristiche e letture di gioco: Ranocchia per ammissione stessa di Dionisi non ha al momento nelle corde un impiego da trequartista, Vasic è più rapido ma meno preciso e Di Francesco tende ad agire in una posizione più larga. Ad oggi dunque è difficile immaginare un Palermo senza Verre, ma come già successo altre volte in questa pazza stagione le cose potrebbero cambiare repentinamente.
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