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Il Palermo cambia volto: Dionisi ha l’undici titolare

La squadra che ha cominciato al Picco sembra la più quadrata. Domenica il tecnico ripartirà da Blin, i rinforzi e gli altri sette

Pohjanpalo(Foto Tullio Puglia)
Pohjanpalo(Foto Tullio Puglia)

I nuovi acquisti, l’assetto tattico rivisitato da un mese e il rientro di una pedina fondamentale come Blin: Dionisi prova a disegnare definitivamente il suo Palermo. Le prime venticinque giornate hanno tracciato un quadro chiaro e incontrovertibile: la squadra rosanero ha vissuto una continua altalena di cambi di giocatori, talvolta per infortuni, talvolta per scelte puramente tecniche. Una situazione che, a tredici partite dalla fine, più gli eventuali play-off, va invertita per consentire alla formazione di avere le idee chiare e riconoscersi con un’identità ben precisa, cosa che diventa sempre più complicata quando a cambiare sono uno o più interpreti.

La sensazione è che i nuovi acquisti abbiano dato una solidità diversa, non solo dal punto di vista dello schieramento e dell’atteggiamento della squadra, ma soprattutto sul piano delle certezze. L’ossatura centrale è costituita da Audero, Magnani, Blin e Pohjanpalo, mentre i restanti sette giocatori vanno a completare l’undici che potrebbe essere quello definitivo da qui alla fine. Nei quasi tre quarti di campionato fin qui disputato, Dionisi ha di fatto sempre cambiato formazione e solo in tre occasioni lo stesso undici titolare ha giocato due volte consecutive dal primo minuto: è accaduto nel girone d’andata nelle sequenze Modena-Reggiana e Sampdoria-Spezia e nei primi due impegni del 2025 (Modena-Juve Stabia). Dopodiché, domenica dopo domenica e sabato dopo sabato, si sono alternate varie formazioni (nella prima parte anche il modulo era diverso tra 4-3-3 e 4-2-3-1, prima del passaggio definitivo al 3-5-2 o 5-3-2 che dir si voglia). Una condizione che chiaramente rende difficile trovare quegli automatismi necessari per ottenere non solo risultati importanti, ma anche un tipo di gioco riconoscibile.

Di tempo per gli esperimenti non ce n’è più e per questo nella testa di Dionisi, probabilmente, inizia a prendere sempre più corpo l’idea di andare avanti con un preciso undici. Detto della spina dorsale, anche il resto della squadra sembra abbastanza delineato e un’indicazione in tal senso arriva anche dall’ultima sfida contro lo Spezia, dove, nonostante il finale amaro, il gruppo ha dimostrato di avere l’atteggiamento giusto per 90 minuti, sia in termini di sacrificio che di spirito di rivalsa per quanto non si è riuscito a raccogliere nelle gare precedenti. La difesa con Magnani al centro, che ha offerto una prestazione superlativa contro i liguri, ha dato certezze importanti, così come i due suoi guardaspalle Baniya e Ceccaroni. L’unico rebus riguarda Nikolaou, che ha sempre giocato da titolare per 24 match consecutivi, prima di andare in panchina domenica scorsa. Una scelta che probabilmente è stata anche influenzata da un piccolo problema avuto dal greco nella scorsa settimana, ma che nel finale lo ha visto comunque protagonista in negativo nella sfida (vedi gol di Pio Esposito). Va detto che non era semplice entrare in partita in un momento in cui lo Spezia, all’arma bianca, stava tentando di riaprire la partita, ma è anche vero che chi subentra dovrebbe portare freschezza ed energie nuove, soprattutto in una gara complicata come quella che stava affrontando la formazione rosanero, che per gran parte della partita si è trovata a difendersi.

A completare il quadro del centrocampo non dovrebbero esserci dubbi, con Segre e Ranocchia che completano il pacchetto dei mediani appunto insieme a Blin, mentre Diakité (sempre in vantaggio su Pierozzi) e Lund sono i laterali. In avanti, assodato che Pohjanpalo è una certezza, l’altro posto non può che essere di Brunori, che, insieme al finlandese – con cui sta affinando l’intesa – sembra sposarsi alla perfezione anche per una questione di caratteristiche. Con lo Spezia il capitano rosanero ha dimostrato, come già fatto in passato, di poter svariare su tutto il fronte offensivo per alleggerire la marcatura sull’ex Venezia e provare ad allargare in questo modo le maglie della retroguardia avversaria. Nuovi movimenti e nuova formazione tipo: Dionisi prova a trovare i suoi fedelissimi per prendersi i play-off e poi giocarseli da protagonista. Perché in Serie A si può andare anche dalla porta si servizio.

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